Terzo settore, la proposta di Varese Social District per la rinascita di Belforte

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Da sinistra: Lorenzo Serafin, Maurizio Ampollini, Cecilia Santo e Giuliana Gatti

VARESE – «La riqualificazione dell’area dell’ex Macello rappresenta una grande sfida e una grande opportunità per il Terzo Settore di Varese, in linea con il nuovo ruolo che la riforma ha assegnato a quest’ambito: da qui l’impegno assunto nell’elaborare proposte utili per sedersi al tavolo delle trattative in modo costruttivo e dando voce alle risorse del territorio».
Sulla spinta delle opportunità offerte dai bandi aggiudicati dalla pubblica amministrazione di Varese con i fondi Pnrr nasce il “Comitato Varese Social District” promosso da tredici enti e associazioni cittadine (Csv Insubria, Casa del Giocattolo Solidale Odv, Nonsolopane, Pane Sant’Antonio – Casa della Carità, Cooperativa Sociale Bsm, Cooperativa San Luigi, Filmstudio 90, Totem cooperativa sociale, Legambiente Varese, Karakorum Teatro, Gruppo cooperativo paritetico Polis, Tara Yoga & Ayurveda Asd e Cooperativa Lotta Emarginazione) che si occupano di sociale, cultura, economia circolare, food ed eccedenze alimentari.

Un percorso di dialogo e coprogettazione

L’iniziativa, che ha come portavoce Maurizio Ampollini, direttore del Centro di Servizio per il Volontariato dell’Insubria e resta aperta a nuove coerenti richieste di partecipazione da parte di enti no profit, vuole dare un contributo all’attuazione concreta della “coprogettazione” prevista dall’art. 55 del codice che disciplina il Terzo Settore a cui, secondo la normativa nazionale del 2017, “è riconosciuta una specifica attitudine a partecipare insieme ai soggetti pubblici alla realizzazione dell’interesse generale”.
«Il progetto che abbiamo presentato rappresenta una novità perché, oltre ad essere il frutto di un percorso di dialogo e coprogettazione, dà voce a una serie di esigenze del territorio che faticano a trovare sbocchi concreti», ha dichiarato Cecilia Santo dell’associazione Covo, viceportavoce del Comitato. «Il tema degli spazi è cruciale per Varese, soprattutto per il mondo giovanile e dell’associazionismo e questo progetto porta una visione politica ben chiara: sull’esistente si può fare un lavoro di rigenerazione urbana sostenibile per creare luoghi di aggregazione che non siano solo luoghi di consumo, ma anche di crescita e autogestione».

I temi chiave

Il progetto architettonico, che è stato presentato oggi, venerdì 16 settembre, all’Istituto De Filippi, è stato sviluppato su incarico del Comitato dagli architetti Giuliana Gatti, Lorenzo Serafin e Marco Zanini. La proposta vuole essere aperta alla pubblica amministrazione e agli operatori privati e ruota attorno ad alcuni temi chiave: rigenerazione e valorizzazione del quartiere, autogestione del processo di partecipazione e gestione dell’area ex Macello, economia circolare, approccio Nature Based alla valorizzazione del Vellone, condivisione di azioni e obiettivi tra cittadinanza e Terzo Settore, utilizzo delle sole risorse economiche disponibili per non dipendere da un’eccessiva “commerciabilità” delle funzioni che si insediano, premiandone piuttosto la valenza culturale e sociale e l’impatto sul quartiere nel medio e lungo periodo.
«Abbiamo cercato, tenendo conto della tutela del bene, di recepire le istanze del territorio e delle associazioni, che hanno ritenuto importante rimodulare alcune parti», ha spiegato Serafin. «Non solo coprogettazione, ma anche condivisione» sono i punti su cui ha richiamato l’attenzione Gatti illustrando il progetto del parco esterno, spazio sociale e luogo d’incontro, «perché l’Ex Macello possa dialogare con gli spazi della Città Giardino attraverso una grande agorà verde».

Bando Pinqua e social housing

L’ex macello civico di Varese, che ha cessato la sua attività nel 1968, occupa una vasta area di circa 33mila metri quadrati che da largo Gigli, su viale Belforte, confina con il torrente Vellone e la ferrovia. Numerose sono state negli anni le idee sul suo riutilizzo: l’attuale vincolo posto dalla Sovrintendenza ha decretato l’intoccabilità delle strutture storiche originali. Nel 2020 il Comune di Varese ha preso una direzione precisa candidando l’intera area (ex macello, largo Gigli e attuale deposito delle Autolinee Varesine) al bando Pinqua (Progetti Innovativi per la Qualità dell’Abitare), la proposta di realizzare appartamenti ad alta qualità energetica con affitti e costi calmierati per nuclei familiari e singoli, il cosiddetto “social housing” adottato nelle principali città europee nei progetti di rigenerazione urbana.

L’intervento di Cosima Sabrina, vicecoordinatrice del consiglio di quartiere 7 Belforte Cascina Mentasti

Il cuore del quartiere

Il progetto, inserito nella cornice di una visione più ampia sui quartieri Belforte e Biumo, è stato finanziato con circa 14,5 milioni di euro di cui il Comune ha destinato all’ex Macello un totale di 10 milioni di euro sui quali la pubblica amministrazione attende, entro la fine di settembre, proposte dei privati che si candidino con un proprio progetto ad attuare quanto proposto al ministero: realizzare un hub di socialità e condivisione sociale con i fondi ministeriali e a proprie spese circa novanta appartamenti da mettere sul mercato a costo calmierato. Il tutto dovrà essere concluso e collaudato seguendo la tempistica del Pnrr, che prevede, ad oggi, la consegna entro marzo 2026.
«È un’occasione unica per dare al quartiere il cuore di cui ha molto bisogno, e che non ha mai avuto», ha sottolineato Cosima Sabrina, vicecoordinatrice del consiglio di quartiere 7 Belforte e Cascina Mentasti. «Non deve però essere un punto di arrivo; deve essere un punto di partenza per sviluppare una vera e propria compartecipazione. A ottobre presenteremo il progetto in una seduta pubblica».

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