Billy Costacurta con Martina Colombari a Orago per l’addio alla mamma Rita

JERAGO CON ORAGO – La chiesa di Orago era piena, pur con i dovuti distanziamenti Covid, per l’ultimo saluto a Margherita Beccegato, la madre del campione ex Milan Alessandro Costacurta che è morta venerdì scorso a Premezzo, dopo un incidente stradale causato da un malore improvviso. Aveva 87 anni. «Una grande donna» la ha definita il fratello Ottavio, ricordando la vita di sacrifici. «Ci ha insegnato ad essere giusti e uniti» il ricordo di Billy, che era in prima fila insieme alla moglie Martina Colombari e che ha chiamato l’applauso dei presenti: «Mamma ha fatto un buon lavoro».

La cerimonia

In prima fila nella chiesa di Orago ci sono i tre figli, Fabrizio, Alessandro e Lodovico, con le rispettive compagne, tra cui Martina Colombari, l’ex Miss Italia che è moglie di Billy Costacurta. Attorno a loro i tanti parenti, visto che Margherita aveva otto fratelli. Fuori dalla chiesa ci sono alcuni volti noti, come quello di Giorgio Puricelli, già fisioterapista del Milan e consigliere regionale di Forza Italia, o di Luca Serafini, giornalista sportivo da sempre attento alle vicende del Milan. Ma anche tanta gente comune. Perché Margherita, detta Rita, era conosciuta da tutti in paese, dove viveva ormai dagli anni ’50, quando si era trasferita dal Padovano insieme al marito Giuseppe. Vicino al quale riposerà nel cimitero di Orago, dove le sue ceneri verranno tumulate dopo la cremazione.

Il ricordo del parroco

Il parroco di Orago, don Marco Usuelli, che è qui da tre anni, la ricorda «sempre seduta sulla poltrona, serena, fiduciosa e discreta» e ne parla di una donna che «ha trasmesso ai figli il senso della famiglia e l’integrità». “Rita” era «una persona di fede, che ha vissuto una vita di sacrifici ma anche di cose belle, e che era serena, pronta, come dice Gesù nel Vangelo. Purtroppo per la nostra Rita la dipartita è stata molto veloce».

Le parole di Billy

Sul pulpito è salito Alessandro, il figlio più noto e anche più avvezzo a parlare in pubblico, per ricordare quella «grande donna» che era Margherita e i sacrifici che ha fatto per tirare su la sua famiglia, con la tragedia della morte della figlia primogenita Isabella, a tre anni di età: «Quando poi suo marito, Giuseppe, ha avuto un infarto e l’ha lasciata sola, con noi tre adolescenti, maschiacci, la fatica è stata moltiplicata – ricorda Billy – poi ognuno ha fatto la propria strada e lei si è rasserenata, ha capito che poteva lasciarci da soli». «È vero, era pronta – afferma Alessandro Costacurta richiamando le parole del “Don” – non a morire, ma a reincontrare la sua bambina. Ha aspettato quel momento con una certa serenità. Sono sicuro che ora è abbracciata a Isabella, insieme al padre Giuseppe». E ai tre nipoti di Margherita, figli dei suoi tre figli – Matteo, Francesca e Achille – Billy fa sapere: «Vi daremo qualche carezza in più. Sarà perché vi vogliamo tanto bene, ma soprattutto perché così ci ricordate la nostra mamma».

Il ricordo del fratello

A nome dei fratelli ha voluto ricordarla anche Ottavio Beccegato, il penultimo della grande famiglia, anche lui ormai stabilitosi da una vita a Jerago con Orago, da sempre attivo nella politica e nell’associazionismo del paese. «La Rita» così ha iniziato a raccontare la storia della sorella, «una seconda mamma» per i suoi sette fratelli minori, più una sorellina, l’ultima. «Sempre impegnata, pronta e disponibile. Mai tentennamenti, mai lamentele, sempre pronta a continuare il suo ormai inderogabile ruolo di seconda madre». Fino a quando «il Fato si accanì» contro di lei e le tolse Isabella, la primogenita, colpita da poliomielite fulminante. «La sua rocciosa indole crollò. Si risollevò con molta fatica e molto coraggio ed ebbe i tre figli attuali che gli ridonarono speranza e vita. Quasi cresciuti e pronti al lavoro avvenne un altro dramma: la morte del marito, a soli 55 anni – racconta Ottavio Beccegato, emozionatissimo – a quel punto, da qualche parte, qualcosa o qualcuno evidentemente disse: BASTA! Qualcuno o qualcosa decisero che, come Giobbe, la misura fosse colma. Uno dei figli diventò famoso calciatore, arrivarono fama, successi prestigio e una vita alla pari con i grandi della terra. La sua vita diventò una sorta di premio alla carriera. La carriera di una grande donna che mai arretrò, ma sempre cercò di fare in pieno e sino il fondo, oltre che il proprio dovere, anche quanto il suo grande cuore gli suggeriva. Ancora aggi può godersi il successo di quel figlio e la serietà e capacita degli altri due».

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