Buscadero compie 40 anni, una maratona online celebra la rivista rock di Gallarate

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GALLARATEIl Buscadero, rivista di musica rock fondata a Gallarate da Paolo Carù e Aldo Pedron, si prepara a festeggiare quarant’anni di attività. Per l’occasione domani, lunedì 21 dicembre, andrà in onda sul suo sito un evento speciale che, a metà tra un live streaming show e un documentario, proporrà «canzoni, aneddoti, testimonianze raccolte tra i collaboratori, artisti, discografici, impresari e varia umanità nel ricordare il lungo percorso della testata». Diviso in quattro puntate, proseguirà fino a Natale e avrà come ospiti Joe Ely, James McMurtry, Vinicio Capossela, Davide Van De Sfroos, Steve Forbert, Eric Andersen, Gene Gnocchi, The Gang, Mimmo Locasciulli e tanti altri.

Appuntamento al Buscadero Day

«Quest’anno per il lockdown è mancato l’appuntamento con il Buscadero Day, festival internazionale nel quale, in undici anni, hanno suonato più di cinquecento band e ospiti di fama mondiale», ha ricordato la storica rivista. «Sarà l’happening dove poter festeggiare tutti insieme dal vivo questo traguardo straordinario. Ma ci tenevamo a organizzare qualcosa di speciale per i nostri quarant’anni». Per celebrare la ricorrenza l’etichetta musicale italiana Appaloosa Records ha pubblicato su vinile rosso, in edizione limitata “Buscadero Americana Vol. 1”, nel quale Thom Chacon, Mary Gauthier, James Maddock, Ron LaSalle, Michael McDermott, Tim Grimm, Anthony D’Amato, Brian Mitchell, Chris Buhalis, Jaime Michaels, e Andrea Parodi interpretano le canzoni di John Prine, Van Morrison, Bob Seger, Bruce Springsteen, Rodney Crowell, P.F. Sloan, Bob Dylan, Willie Nelson, Bruce Cockburn e Blackie Farrell. Lo Spazio23 di Gallarate ospiterà oggi alle 18 sulla sua pagina Facebook un incontro con Irene Sparacello dedicato al giornalismo musicale.

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Il primo numero

Il primo numero del Buscadero, con in copertina Bruce Springsteen, è stato pubblicato nel dicembre del 1980 quando «non c’erano i personal computer, non c’erano le e-mail, non c’erano i cellulari né gli sms, niente Google, niente Wikipedia, niente Amazon e altre meraviglie. Nel 1980 si ascoltava la musica solo su vinile o attraverso le radio libere, non c’erano ancora i cd e non c’era il download». C’erano però molti negozi di dischi, molte edicole e molte riviste dedicate alle sette note: l’obiettivo di quella appena nata era semplice, «far conoscere attraverso il Buscadero molti musicisti che noi reputiamo bravi a un pubblico più vasto. In questa ricerca qualitativa abbiamo cercato di essere sempre indipendenti dalle pressioni della case discografiche: non abbiamo mai considerato le classifiche di vendite, il gossip, il colore. A noi interessava e interessa tuttora l’anima, lo spirito degli artisti. Avremo sicuramente molti difetti ma la scelta delle nostre copertine e dei contenuti è sempre stata guidata dalla nostra esperienza e poche altre testate possono vantare una coerenza così profonda. A tutti quelli che ci hanno seguito in questi anni, a tutti quelli che ci leggono dal primo numero: grazie, e arrivederci nelle edicole. Noi continueremo a combattere».

Somma come New Orleans, la musica del Buscadero day al Castello

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