Abuso d’ufficio e affaire Comune-Coop: l’ordinanza del Gip entra nella causa civile

BUSTO ARSIZIO – Causa Comune-Coop: il fascicolo penale entra nella causa civile. E la sentenza arriverà il prossimo 24 marzo. Il giudice della terza sezione civile del Tribunale di Busto Arsizio Angelo Farina ha sciolto la riserva accogliendo «l’istanza di rimessione in termini formulata da parte attrice per la produzione del decreto di archiviazione del Giudice delle Indagini Preliminari del Tribunale di Busto Arsizio». In sintesi il giudice ha accolto la richiesta di Coop Lombardia di ammettere agli atti l’ordinanza con la quale il Gip Stefano Colombo archiviava l’accusa di abuso d’ufficio a carico del sindaco Emanuele Antonelli facendo proprie le conclusioni del pm Martina Melita. La sintesi è un’archiviazione dovuta all’impossibilità di esercitare l’azione penale nei confronti del primo cittadino dovuta al cambio della normativa. Ovvero a quell’intervento del decreto Semplificazioni che, di fatto, aveva depenalizzato il reato contestato ad Antonelli. Ha però rigettato tutte le altre istruttorie avanzate da Coop: ovvero l’ascolto dei testimoni, già sentiti nel fascicolo di indagine del pm, e soprattutto la nomina di un consulente tecnico d’ufficio per la quantificazione del danno.

Reato depenalizzato e poi archiviato

Scrive infatti il Gip Colombo: «Le risultanze di indagine hanno consentito di appurare esclusivamente la commissione di una serie di atti che – secondo quanto riferito dai testi escussi – proverrebbero dalle direttive impartite dall’odierno indagato, nella sua qualità di sindaco pro tempore di Busto Arsizio, volti a dilatare i tempi e ad ostacolare la realizzazione di una rotatoria da parte della Coop Lombardia, realizzazione prodromica alla concessione del certificato di agibilità per l’apertura di un nuovo supermercato in viale Duca D’Aosta; tale condotta (ferma restando la sua eventuale rilevanza in ambito civilistico sul piano del risarcimento del danno per la parte offesa) non assume connotazioni penalmente rilevanti ai sensi dell’art.23 c.p. così come novellato in seguito alla legge numero 76 del 16 luglio 2020 che ha ristretto la portata applicativa della norma incriminante». Quella del Gip nei confronti di Antonelli non è una sentenza di condanna visto che, come ha sottolineato Cesare Cicorella, avvocato del sindaco, non c’è stato un processo e il primo cittadino non ha avuto occasione di difendersi.

Sentenza il 24 marzo 2022

Tuttavia le conclusioni del Gip hanno decisamente una certa evidenza in una causa civile che vede Coop chiedere al Comune e, tra l’altri, al sindaco Antonelli e all’allora vicesindaco Isabella Tovaglieri (oggi europarlamentare), un risarcimento di oltre 5 milioni di euro per aver volutamente ritardato con dolo i lavori per la realizzazione del supermercato di viale Duca d’Aosta. Nel fascicolo nel pubblico ministero si cita anche una telefonata tra Antonelli e Nino Caianiello, ex plenipotenziario di Forza Italia poi arrestato nel maggio 2019 perché coinvolto nell’inchiesta Mensa dei poveri, durante la quale il sindaco di Busto Arsizio, riferendosi ai lavori per la realizzazione della rotatoria Coop, asseriva: «Più di così non si può fare niente, se no mi denunciano. Li ho già tirati sino a Natale…devo cercare di fargli fare i lavori ad agosto, così li faccio impazzire perché vuol dire un altro anno». Che l’ordinanza firmata da Colombo potesse avere rilevanza in un’eventuale causa civile lo scrive, del resto, lo stesso Gip. Il giudice Farina ha per contro, rigettato buona parte dele istanze presentate dai legali di Comune, politici e funzionari, e in particolare quella di reincardinare la causa da zero davanti al Tar. Il giudice non ascolterà altri testimoni e ritiene la causa matura per la decisione fissando al 24 marzo 2022 la data per la sentenza.

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