“Busto in Liberty”, un mese di eventi sullo stile simbolo della città

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BUSTO ARSIZIO – Sarà possibile accostarsi al Liberty e approfondirne la conoscenza con un approccio multidisciplinare e scientifico, che permetterà di comprendere come questo stile abbia arricchito il patrimonio artistico della città: succederà a “Busto in Liberty” iniziativa presentata oggi, venerdì 6 settembre, a Villa Tovaglieri da Manuela Maffioli, assessore alla Identità e Cultura di Busto Arsizio. La rassegna, che includerà visite guidate e un concerto, proseguirà fino al 13 ottobre; sarà inaugurata a Palazzo Cicogna sabato 14 settembre con un convegno alle 14.45 e, alle 18, con l’apertura della mostra dedicata.

Il programma

Al centro della mostra a Palazzo Cicogna l’antica disposizione di piazza Garibaldi, vero e proprio salotto del Liberty a Busto, e Silvio Gambini, architetto simbolo di questo stile; sarà possibile visionare l’intervista a sua nipote Rosilla. Ne faranno parte anche altre testimonianze e documenti, come le fotografie degli edifici più significativi in città, provenienti dall’Archivio Fotografico Italiano, o una raccolta di etichette antiche per tessuti industriali provenienti dalla collezione del Museo del Tessile.
La precederà, nella stessa sede, l’incontro con Giuseppe Pacciarotti, storico dell’arte il cui intervento avrà come titolo “Progetti Liberty di tre ingegneri bustesi”; lo affiancheranno, come correlatori, Pierfrancesco Sacerdoti (“Silvio Gambini e il Liberty milanese: rapporti e influenze”), Roberto Albè (“Non solo liberty: l’architetto Camillo Crespi Balbi”), Luca Beltramolli (“Villa Ferrario in via Palestro”) e Riccardo Recupero (“Il villino Leone e il nuovo linguaggio di Silvio Gambini”). Tra le iniziative parallele “Music Nouveau: fiori musicali in Villa Ottolini-Tosi” e tre visite guidate domenicali. Mostreranno come, a Busto Arsizio, il Liberty si sia declinato nelle ville e nelle industrie (29 settembre e 20 ottobre, Museo del Tessile, 15.30) e nell’arte funeraria (27 ottobre, Cimitero Monumentale di Busto Arsizio, 15.30).

Un virus positivo

«Questo progetto ha lo scopo di fornire uno strumento per accrescere la conoscenza del Liberty nei suoi fruitori, e farne degli ambasciatori consapevoli anche oltre i confini della città: in questo verranno aiutati anche dal volume, possibile grazie a Libraccio Editore, gli atti del convegno, le immagini e i contenuti della mostra», ha annunciato Maffioli. «È molto importante puntare su progetti, come questo, a contenuto didattico: è una forma di iniziazione alla cultura per disinnescare qualsiasi forma di degrado, che è in primis mentale. Agire su sensibilità e coscienza fa nascere un virus positivo: dà così un valore aggiunto all’offerta culturale, che si declina in senso sociale oltre che di sviluppo economico del territorio». A questo proposito Pacciarotti ha precisato: «C’è un equivoco, si perpetua questa idea: si crede che tutto quanto sia stato fatto tra il 1890 e il 1920 diventi Liberty, ma potrebbe essere art déco. Affiancato da un parterre di giovani studiosi, spiegherò in che cosa consista realmente, in particolare quanto realizzato da Gambini».

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