Busto, regali ai dipendenti comunali per un valore massimo di 20 euro. E ai politici?

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BUSTO ARSIZIO – Siamo ancora nel periodo natalizio, per consuetudine un tempo dedicato ai regali. Ne facciamo e ne riceviamo tutti, o quasi. Per affetto, per amicizia, per dimostrare gratitudine a qualcuno. A tutti, ma non ai dipendenti comunali. Che a Busto Arsizio, sulla base del Codice di comportamento a loro dedicato e approvato alla fine di dicembre possono, al massimo, accettare regalie che non superino i 20 (venti) euro. Una miseria. Lo stabilisce una norma specifica del Codice, che così recita: “Potranno essere ammessi unicamente regali ed utilità di modico valore effettuati occasionalmente nell’ambito delle normali relazioni di cortesia e nell’ambito delle consuetudini internazionali. Il modico valore per ciascun regalo o utilità ricevibile dal singolo dipendente è fissato, in via orientativa, in euro 20,00. Il medesimo valore si applica al cumulo di regali ricevibili, nel corso di un anno, da uno stesso soggetto”.

E subito dopo: “ Nell’arco di un anno non è consentito accettare regali o altre utilità il cui valore economico complessivo superi gli euro 150,00. Qualora siano ricevuti regali per un valore totale superiore, il dipendente è tenuto a restituirli”. Di più: i doni “fuori scala” e non restituiti saranno devoluti in beneficenza.

Regole sacrosante. Ma valgono anche per i politici? Qualche anno fa, uno di loro, insediato a capo di un importante ente sanitario bustocco, in scia a una polemica relativa proprio ai regali a personalità istituzionali, rese pubblico quanto aveva ricevuto sotto Natale: un piccolo patrimonio. Per dire, tra prosciutti Pata Negra (Jamòn Iberico dal prezzo proibitivo), bottiglie di Dom Perignon e confezioni di caviale Beluga, gli avevano regalato una dispensa da pascià. Un insulto alla povertà, funzionale ad ingraziarsi le simpatie (e i favori) del destinatario di quel ben di Dio, che sommava, al cibo e alle bevande, una serie di oggetti più o meno di lusso.

I tempi forse permettevano di esagerare. E adesso, nel mezzo della crisi sanitaria ed economica, come stanno le cose? Sono cambiate certe consuetudini? Per dirla tutta: qual è il codice di comportamento dei politici locali, che hanno dettato la linea ai dipendenti comunali? C’è una norma anche non scritta, oppure nel caso specifico vale il “liberi tutti”? Se i dipendenti pubblici sono esposti ai tentativi di corruzione sotto Natale, che cosa si può dire dei politici le cui abitudini, quanto meno in passato, senza generalizzare e per quanto raccontano le cronache giudiziarie, non depongono certo per un’esemplare correttezza? Se qualcuno di loro ha qualcosa da eccepire in proposito siamo pronti a prenderne atto. Vediamo.

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