Un anno dopo l’orrore di Rescaldina: «Così ho chattato con il killer di Carol Maltesi»

Nella foto il direttore di BsNews Andrea Tortelli

RESCALDINA – Il “ronzio” del figlio di soli due anni che corre in cucina «e l’esigenza di aggiornare le notizie del mattino sul giornale». Il quotidiano è BsNews.it, giornale online di Brescia, chi racconta è Andrea Tortelli, che di questo giornale è il direttore. La storia è quella di Carol Maltesi, 26enne originaria di Sesto Calende, uccisa nella sua abitazione di Rescaldina nel gennaio 2022 da, si scoprirà poi, il vicino di casa ed ex fidanzato Davide Fontana, bancario e foodblogger. Carol aveva migliaia di follower, ma sino a quel momento, complice il fatto che il suo assassino utilizzando il suo cellulare si spacciava per lei, nessuno si era accorto che la giovane donna era stata uccisa.

Il buon giornalismo

In quel momento, però, Carol Maltesi è ancora una giovane mamma e diva dell’intrattenimento per adulti su OnlyFans. Non la vittima di uno degli omicidi più brutali che l’Italia ricordi. Mancano 5 minuti alle 8 e sei giorni prima, il 20 marzo 2022, i carabinieri a Paline di Borno, Valcamonica, hanno trovato in alcuni sacchetti dell’immondizia i resti di una donna. Un mistero: quel corpo, depezzato 18 volte, non ha un nome. E’ in quel momento che «ricevo un messaggio – racconta Tortelli a poco più dii un anno di distanza dal drammatico ritrovamento – E’ un lettore che conosco personalmente. Il quale mi dice di credere di sapere a chi appartengano quei resti. I carabinieri avevano diffuso la descrizione dei tatuaggi sul corpo della vittima dell’omicidio nel tentativo di identificarla. Dai tatuaggi è partita la mia inchiesta: pensai che sarebbe stata una scocciatura, il fine settimana era alle porte, ma andava fatto». Tortelli mette in campo quello che viene definito buon giornalismo: prima di scrivere anche solo una parola verifica le informazioni ricevute.

Al telefono con l’assassino

«Inizio dal confronto dei tatuaggi: degli 11 di Carol 8 erano identici a quelli della vittima. Impossibile pensare ad una coincidenza: uno, due tatuaggi in comune possono far pensare ad un’amica, una gemella. Otto uguali su 11 sono una conferma. A quel punto – racconta ancora Tortelli – Inizio a chattare con Carol. Lei risponde in maniera generica sino a quando chiedo di mandarmi un vocale. Volevo avere la prova; volevo sapere con chi stavo parlando davvero. In quel momento le comunicazioni si interrompono e io capisco di aver chattato con l’assassino della donna ritrovata».

Lo scoop a metà

Tortelli non cede alla via del facile scoop. Fa la cosa giusta: da giornalista e da cittadino. Mette insieme un dossier e lo consegna ai carabinieri. Oggi il direttore di BsNews cita un collega varesino per sintetizzare la scelta di un anno fa: «Andrea Camurani, giornalista d Varesenews e amico, riassunse così la mia decisione di consegnare il dossier ai carabinieri facendo uscire un articolo del tutto generico (con il rischio che altri gli soffiassero lo scoop): parlò di banalità del bene. Il padre di Carol mi ha poi chiamato per ringraziarmi». Quel che accadde dopo è noto: Fontana, scoperto che i resti di Carol erano stati identificati, si presenterà dai carabinieri per fornire informazioni finendo in manette. E’ reo confesso dell’omicidio della giovane: al momento a processo in Corte d’Assise a Busto, in attesa del responso della perizia psichiatrica ottenuta dai difensori del bancario per stabilire se l’uomo sia capace di intendere e di volere e di stare in giudizio. Si tornerà in aula a maggio.

Sulla tua pelle

Tortelli ha raccolto l’accaduto in un libro dal titolo “Sulla tua pelle” e oggi racconta l’impressione vissuta in chat “con l’assassino”: «Visto l’accaduto si ipotizzò che potesse essere un serial killer – racconta – Uccidere una donna, farla a pezzi, ordinare un congelatore su Amazon per conservare il cadavere, cercare di bruciarlo su un barbecue dopo aver prenotato un b&b è un’azione strutturata. Le mie verifiche sono state tutte sostenute dall’adrenalina, dalla consapevolezza, ad un certo punto, di stare chattando con l’assassino di una giovane donna. E’ una sensazione che scuote». Il libro racconta la storia di Carol «E’ anche stato un modo per restituire dignità a una vittima. Tanti hanno giudicato – conclude Tortelli – Carol non si è andata a cercare niente di ciò che le è capitato. Lei è la vittima della malvagità di un uomo. Non c’è altro da aggiungere. Non ci possono essere giudizi su di lei o sul suo lavoro, tra l’altro che avrebbe dovuto essere a tempo. Il solo giudizio sarà su Fontana e sarà compito della giustizia esprimerlo».

carol maltesi andrea tortelli – MALPENSA24