Case green, Olgiate Olona approva la richiesta di modifica della direttiva Ue

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OLGIATE OLONA – Approvata ieri, giovedì 27 luglio, dal consiglio comunale di Olgiate Olona la mozione della minoranza di centrodestra per modificare la direttiva dell’Unione europea “Energy Performance of Buildings Direttive” (EPBD); unico voto contrario, quello dei Cinque Stelle. La mozione è stata presentata dal gruppo Olgiate Insieme Acanfora Sindaco e sostenuta dalla Lega tramite l’europarlamentare Isabella Tovaglieri e il segretario della sezione locale, Claudio Cirignano.

Nel testo approvato, il consiglio comunale olgiatese «conferma gli obiettivi di efficientamento energetico individuati dalla direttiva europea, ovvero di incentivare le ristrutturazioni di edifici privati e pubblici, al fine di ridurre i consumi energetici e le emissioni di Co2» ma nel contempo impegna il sindaco e la giunta «ad attivarsi presso il governo affinché la direttiva venga modificata tenendo in considerazione le peculiarità le esigenze del nostro Paese con i necessari e congrui finanziamenti, in modo da coniugare transizione ecologica e sostenibilità sociale».

M5s unico contrario

In sostanza, in nome della riduzione delle emissioni di gas a effetto serra, la direttiva votata dal Parlamento europeo prevede che entro il 1° gennaio 2030 tutti gli immobili residenziali dovranno raggiungere almeno la classe energetica E; dopo altri tre anni, nel 2033, dovranno arrivare alla classe D ed essere ad emissione zero per il 2050. Tale direttiva però, a detta della Lega, non tiene in debita considerazione le peculiarità del nostro Paese in ambito edilizio ed economico.

«L’Italia – è la premessa alla richiesta di modifiche alla direttiva – ha un patrimonio immobiliare molto antico, con caratteristiche uniche e marcate differenze regionali e territoriali, non paragonabile alle situazioni edilizie di altri Paesi europei. Secondo uno studio aggiornato Istat-Enea, il patrimonio edilizio residenziale italiano è composto da 12,4 milioni di edifici, di cui la maggior parte ha una classe energetica di riferimento tra G (35,7%), F (25,3%) ed E (16,9%). L’ampiezza del parco edilizio italiano e la sua vetustà in termini di prestazioni energetiche renderebbero di fatto impossibile ristrutturazioni su così vasta scala entro i termini fissati».

«Inapplicabile e dannosa»

Se recepita dal governo italiano così com’è ora, la nuova direttiva europea inoltre «produrrebbe un’immediata svalutazione di tutti gli immobili con le peggiori performance energetiche, corrispondenti a oltre due terzi del totale, e la perdita di valore degli immobili condurrebbe ad una perdita di valore dei mutui. La sua attuale formulazione – conclude la Lega – è potenzialmente svantaggiosa per le famiglie italiane a basso reddito e che vivono in edifici con prestazioni energetiche basse, così come per le aziende del settore edile e gli istituti di credito».

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