Silvia Zanardi, il volto nuovo della pista azzurra: “La Nazionale? Una famiglia”

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di Luca Galimberti

Ha vent’anni Silvia Zanardi (è nata il 3 marzo del 2000 a Fiorenzuola) ma nonostante la giovane età ha dimostrato di riuscire a competere senza timore con atlete più esperte e titolate di lei, prendendosi la ribalta nei maggiori eventi del ciclismo su pista. La medaglia d’argento conquistata pochi giorni fa nella Corsa a Punti europea di Plovdiv alle spalle di Katie Archibald, plurititolata pistard inglese classe ‘94, ne è la prova.

Sono emozioni forti quelle che Silvia ha provato gareggiando sulla pista del velodromo bulgaro, lo si percepisce ascoltando la sua voce allegra. «Mi è servito un po’ di tempo per comprendere veramente quello che avevo fatto – racconta al telefono  -. A mente fredda, anche parlando con il ct Salvoldi, ho realizzato che la medaglia conquistata alle spalle di un’atleta come la Archibald ha un grande valore, come si dice in questi casi è “un argento pesante”».

A livello tattico la gara è andata come avevate previsto con Salvoldi?
«È andato tutto secondo i piani. Fin dalla partenza mi sono mossa come avevamo deciso, sono sempre rimasta concentrata e lucida. In corsa tenevo d’occhio le indicazioni del ct e il punteggio, stando attenta che le avversarie alle mie spalle non insidiassero la mia posizione».

Il momento più bello?
«Quando dal podio ho guardato le bandiere e ho visto il tricolore ad indicare il mio secondo posto».

Hai avuto modo di parlare con Katie Archibald dopo la gara?
«Sì, abbiamo scambiato qualche battuta, congratulazioni e complimenti. Abbiamo anche scoperto di essere entrambe molto legate alla pista di Fiorenzuola e alla “Sei Giorni delle Rose”».

Poche settimane fa sulla pista del Velodromo Pavesi hai vinto il titolo europeo della corsa a punti tra le Under23.
«Considero quello il momento più bello della mia stagione. Ho provato una emozione grandissima, sono ancora giovane e vincere il titolo europeo della mia categoria sulla pista di casa è stato magnifico».

Da Fiorenzuola (10 ottobre, ndr) a Plovdiv (14 novembre, ndr), due risultati di rilievo in poco più di un mese. Stagione particolare questa, condensata e condizionata dalla pandemia. Come ha influito questo sul tuo anno sportivo?
«Ci sono state meno gare rispetto al solito, è vero. Però grazie all’impegno di tutti abbiamo potuto affrontare la stagione, correre e allenarci per farci trovare pronti agli appuntamenti importanti».

Quale pensi sia il punto di forza della Nazionale azzurra? Cosa vi permette di ottenere grandi risultati?
«Per me la Nazionale è come una famiglia, la vedo così. Il nostro punto di forza è il gruppo: ci aiutiamo, ci sosteniamo e tifiamo l’una per l’altra. Insomma, come recita il motto che abbiamo adottato per la trasferta di Plovdiv, #DAINOI»

Dalla pista alla strada. Cito il tuo risultato più recente: il quinto posto di Madrid nella terza tappa della Ceratizit Challenge by la Vuelta. Oltre a quello però ti sei messa in luce in diverse altre occasioni.
«Sì, sono contenta dei miei risultati su strada. Devo ringraziare il mio team, la Bepink, per il supporto. Nella tappa di Madrid erano previsti molti sprint intermedi, ho deciso di farne alcuni anche come allenamento per la pista. Naturalmente mi sono lanciata anche nell’ultima volata ed ho ottenuto il quinto posto finale; le mie compagne di squadra sono state importanti, mi hanno aiutato tanto e per questo le ringrazio».

Silvia, aiuta i lettori  a conoscerti meglio, raccontaci un po’ più di te.
«Sono una ragazza solare e determinata. Abito a Piacenza; ho iniziato a praticare ciclismo a otto anni seguendo la passione di famiglia ed imitando mio fratello Marco che ha corso fino agli Juniores. Papà Antonio e zio Alberto erano felicissimi, mamma Eleonora avrebbe voluto che continuassi a danzare ma sono riuscita a convincerla ed ora anche lei viaggia per Piacenza in bicicletta. Ho anche una sorellina, Margherita, che per ora non è ancora una ciclista».

In che squadra hai iniziato?
«Nella Franco Zeppi, si ricordano ancora di me e mi seguono sempre. Ho corso anche nel Pontenure, nel G.S. Cadeo Carpaneto, nella Vecchia Fontana e nel Vo2 Team Pink».

Studi?
«Ho frequentato il Liceo Artistico. Disegnare mi piace, ogni tanto lo faccio per rilassarmi».

Obiettivi per il futuro?
«Fare esperienza e continuare a crescere. Sono giovane, voglio impegnarmi per migliorare sempre mettendomi al servizio delle mie compagne e della Nazionale».

E nel proverbiale cassetto dei sogni…
«Ci sono i Giochi Olimpici. Sarebbe bellissimo parteciparvi, non so quando, ma spero che il sogno possa realizzarsi un giorno».

Articolo a cura della redazione di Tuttobiciweb

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