Cinghiali in provincia di Varese. Coldiretti: «Ancora danni, specie fuori controllo»

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VARESE – Anche nel cuore dell’autunno continuano a susseguirsi le segnalazioni di danni da selvatici da un capo all’altro della provincia di Varese: gli imprenditori agricoli sono delusi e scoraggiati e, molto spesso, una volta risistemati i campi vengono subito nuovamente divelti. Il tema e le criticità connesse sono noti: le azioni finora intraprese sono risultate purtroppo insufficienti ad arginare il problema. Così Fernando Fiori, presidente di Coldiretti Varese: «La questione va considerata sotto il profilo della sicurezza pubblica. Ancora negli ultimi giorni i pascoli della sono stati presi d’assalto. Per quasi 7 cittadini su 10 (69%) ci sono troppi cinghiali che spadroneggiano in città e campagne, mettono a rischio la sicurezza delle persone, causano incidenti stradali con morti e feriti, devastano i raccolti e sono potenziali diffusori di malattie come la peste suina».

Dati che preoccupano

I dati sono confermati dall’indagine Coldiretti/Ixè in riferimento a una delle specie più endemiche in Italia che ha raddoppiato la propria popolazione da nord a sud del Paese negli ultimi dieci anni, superando la soglia dei 2 milioni di esemplari. Sono protagonisti di una escalation di incidenti, aggressioni, incursioni fino dentro le aree urbane, dove sono arrivati a invadere vie e giardini pubblici alla caccia di cibo in mezzo ai rifiuti. Una crescita di episodi che purtroppo interessa anche il territorio lombardo e della provincia di Varese.

La paura degli italiani

I cinghiali raggiungono i 180 centimetri di lunghezza, possono sfiorare i due quintali di peso e hanno zanne che in alcuni casi arrivano fino a 30 centimetri risultando assimilate a vere e proprie armi dalle conseguenze mortali per uomini e animali oltre a diventare strumenti di devastazione su campi coltivati e raccolti. Oltre 6 italiani su 10 (62%) – secondo l’indagine Coldiretti/Ixè – hanno paura dei cinghiali, e quasi la metà (48%) non prenderebbe addirittura casa in una zona infestata da questi animali. Una situazione arrivata al limite. Tanto che più di 8 italiani su 10 (81%) pensano che l’emergenza cinghiali vada affrontata con il ricorso agli abbattimenti incaricando personale specializzato per ridurne il numero.

Non solo cinghiali

E oltre ai cinghiali preoccupano anche i danni causati dai cervi. E in alcuni casi, si tratta di fenomeni sovrapposti: i primi scavano il cotico erboso e, rivoltando le zolle, pregiudicano persino la possibilità di un successivo taglio di fieno di qualità, dato che il terreno in questo modo torna a “ricacciare” erbe infestanti, influendo sulla quantità del foraggio. E laddove i prati si sono salvati dall’invasione dei cinghiali, molto spesso passano i cervi, nutrendosi a dismisura di ciò che, invece, servirebbe ad alimentare i bovini: al danno, si aggiunge quindi la beffa di acquistare esternamente il fieno, il che fa lievitare ulteriormente la stima dei danni.

Un problema da non sottovalutare

«Continueremo a raccogliere le segnalazioni delle imprese e a fare la dovuta pressione», conclude Fiori. «Ribadiamo la necessità di affrontare il problema con la volontà di risolverlo in maniera effettiva e concreta. D’altro canto, le situazioni-limite si sprecano: e purtroppo in Lombardia ci troviamo a dover contare anche un nuovo incidente mortale, nel quale nei giorni scorsi è morta una ragazza di 21 anni che nel Cremonese ha perso il controllo della sua auto dopo l’impatto con un cinghiale che le ha tagliato la strada nel buio».

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