Città dei bambini e psicologo di quartiere: il Pd di Varese per scuola e sociale

Pd Varese sociale

VARESE – Dopo le proposte in ambito di ambiente e cultura e quelle relative allo sport il Partito Democratico svela un altro punto del suo programma per Varese. Questa mattina, giovedì 16 settembre, i candidati del Pd hanno illustrato le idee relative al mondo della scuola e al sociale. «Varese deve essere sempre più attrattiva per le giovani famiglie», ha detto l’assessore ai servizi educativi Rossella Dimaggio. E la figura dello psicologo di quartiere è uno degli impegni su cui punta il Pd.

Una “città bambina”

I candidati del Pd hanno scelto la scuola Anna Frank, uno degli istituti su cui l’amministrazione Galimberti ha investito con interventi di riqualificazione, per presentare le proposte sul tema. A prendere la parola per prima l’assessore Dimaggio. «Il nostro obiettivo è fare in modo che Varese diventi sempre più attrattiva per le giovani famiglie. Investire sui servizi vuol dire investire per la città». L’assessore ha ricordato gli ultimi 38 interventi realizzati nelle scuole cittadine, in un’ottica di sostenibilità. «Puntiamo ad una “città bambina” – ha aggiunto – dove le famiglie hanno un sostegno alla genitoralità. La città deve essere inoltre più a misura di donne: i tempi della città sono ancora maschili».

Psicologo di quartiere e case popolari

L’assessore ai servizi sociali Roberto Molinari ha ricordato un’iniziativa che riguarda proprio l’Anna Frank. «All’interno di questo edificio c’è la casa dell’ex custode, che è stata riqualificata per il progetto “Laboratori in città”, con cui siamo siamo intervenuti a favore di percorsi di lavoro. Abbiamo coinvolto tra le 40 e le 50 famiglie». Quindi Molinari ha illustrato due delle proposte del Pd per il sociale: la prima è relativa all’istituzione dello psicologo di quartiere. «Una figura che nel rione sia punto di riferimento per ridurre le conflittualità che emergono. La pandemia ha accentuato le fragilità». La seconda riguarda invece le case popolari: «La prossima amministrazione Galimberti lancerà un piano straordinario di manutenzione degli alloggi popolari. Per ogni euro speso dal Comune chiederemo ad Aler di spendere 4 volte tanto».

Le voci dei candidati

Manuela Lozza: «L’integrazione tra famiglie, associazioni delle famiglie e assessorati è fondamentale per un servizio educativo che funzioni».

Giulia Mazzitelli: «Spesso i bambini sono sottovalutati, il nostro programma invece prevede una presenza attiva per il bambino. Nella scuola in cui insegno le facciate sono state rifatte coinvolgendo gli alunni: è importante considerare il bambino come cittadino attivo».

Paolo Valenzano: «Dobbiamo decidere se investire i nostri soldi nella riqualificazione delle scuole o se buttare i soldi in facciate liberty all’ingresso di Varese che non servono a nulla».

Matteo Capriolo: «Credo che sia importante intervenire sul sostegno psicologico, c’è stato un forte impatto sulle persone con la pandemia e bisogna aiutare le famiglie a trovare un aiuto se ce n’è bisogno».

Massimo Vanzulli: «È importante la valorizzazione degli spazi delle Bustecche e l’interconnessione con altri quartieri, come il progetto skate park. Dobbiamo rendere gradevoli e fruibili i quartieri alle famiglie per renderli belli e sicuri da 0 a 100 anni».

Francesca Ciappina: «Una città a misura di donne è una città a misura di tutti: aiutando le donne si aiuta tutta la città nel suo complesso. Sul tema della violenza sulle donne bisogna intervenire a livello culturale partendo dalle scuole fin dai più giovani per insegnare il rispetto».

Francesco Spatola: «Quest’amministrazione ha valorizzato il tema della sussidiarietà. L’assessore Molinari ha lavorato molto bene, il servizio sociale non deve essere una forma di assistenzialismo, ma di promozione del benessere».

Helin Yildiz: «Se pensiamo ai figli delle famiglie straniere ci rendiamo conto che c’è spesso un divario anche economico col resto della società. Bisogna sostenere queste famiglie anche perché l’integrazione di queste famiglie nel tessuto sociale di Varese parte dalla scuola».