Varese, Gregori “torna a casa”: si candida con i Radicali dall’anima giovane dei Volt

Varese Mauro Gregori

VARESE – Mauro Gregori è stato l’uomo che ha agitato la politica varesina in questi ultimi giorni: dallo strappo con Azione, ai corteggiamenti politici trasversali alla scelta definitiva fatta nella notte (come ha annunciato su Facebook) e ufficializzata con il sorgere del sole di oggi (venerdì 27 agosto). Alle prossime elezioni il fondatore de La Civica correrà con la lista dei Radicali, che conta anche l’anima giovane di Volt.

Il filo della storia (personale)

Rispondo positivamente all’invito di Roberto Gervasini a candidarmi alle prossime comunali con la lista di Volt e dei Radicali varesini. La mia storia parla per me ed ha fatto bene Gervasini a ricordarmela. Appassionato di politica fin da ragazzo, affascinato dalle idee libertarie di Emma Bonino e Marco Pannella, per tanti anni ho aderito al Partito Radicale facendo mie le idee legate al diritto ed al rispetto per ogni individuo.

Una storia lunga fatta di tante conquiste. Di cui mi sono sentito e sento partecipe.

Oggi con le nuove generazioni ci sono coloro i quali, in ciò che dicono, con i principi universali che affermano, pare siano una nuova generazione di Radicali.

Non posso che esserne felice.

Si tratta dei giovani di Volt che convintamente in questi mesi stanno collaborando con l’associazione Luca Coscioni ed i Radicali Varesini, nella raccolta delle firme a favore dell’eutanasia, del libero arbitrio di chi soffre e vorrebbe poter scegliere, da malato terminale, che fare della propria vita, senza che nessuno gli imponga come morire.

Oggi da civico, fondatore de “La Civica”, sono onorato dalla proposta di Gervasini. Ha ragione nel dire che Radicali e Volt sono la mia casa. Cosi come sono la mia casa le battaglie civiche di questi anni per migliorare concretamente Varese, anche da consigliere comunale. Cosi come è la mia casa il blog “Varese la vedo così”, che riporta apertamente e senza filtri il mio pensiero sulle vicende cittadine.
Accetto, dopo attenta riflessione, l’invito dei Radicali e mi piacerebbe ricevere dai giovani di Volt un tale analogo appassionato invito.

Gli ideali

La lunga riflessione di Gregori poi prosegue ricordando le sue radici radicali e cita l’anima giovane della lista, l’associazione Luca Coscioni e Mario Cappato, l’assessore milanese Lipparini che sta governando con il sindaco Sala. Ma anche gli ideali “più alti” che l’hanno sempre accompagnato nel suo impegno politico: gli Stati Uniti d’Europa, il valore della libertà, l’ambientalismo, le pari opportunità anche per chi sta socialmente meno bene. E non dimentica la realtà varesina in cui si muove: «Ci sarò sopratutto con la mia liberta’ di espressione, a gratificare di consensi l’amministrazione se farà bene, ma a bacchettarla se non sarò d’accordo (e le bacchettate non sono certo mancate in questi mesi ndr)».

Gregori porta con i sé i suoi cavalli di battaglia: «Maggior decoro, manutenzioni, gradevolezza. Avanti con la realizzazione di un centro pedonale sempre piu’ allargato, con la mobilità dolce, con la revisione del piano parcheggi, l’apertura della Torre Civica alle visite, la riqualificazione dei sottopassaggi, la pedonalizzazione del Sacro Monte, la realizzazione del Teatro Politeama senza dimenticare il Vittoria che, chiuso da più di un decennio, merita tutta la nostra attenzione».

E sul rapporto dialettico con il sindaco Davide Galimberti, che non è stato certo un idillio, dice: «Lui sa bene che non ho peli sulla lingua. Si prende un bel rischio ad accogliere nuovamente Gregori. Ma ci conosciamo bene. Sa che sono serio ed affidabile e faccio sempre cio’ in cui credo, con passione e determinazione».

Contenti e delusi

La vicenda Gregori, per come si è dipanata dopo lo strappo da Azione, conferma la sensazione che la partita elettorale si giocherà voto su voto. E ogni tassello è importante e per questo fondamentale “sistemarlo” nel proprio puzzle. Non si spiegherebbe altrimenti il fatto che, dopo l’uscita di Gregori dall’alleanza con il partito di Calenda, la politica “stuzzicata” da un suo post “stile referendum” sulla posizione da prendere o non prendere, abbia speso sperticati elogi sulla sua figura. Parole che avevano il sapore di un “invito – endorsement”. Più o meno tutti, in maniera più o meno esplicita, hanno offerto a Gregori uno spazio, o chiesto un appoggio. Ma quello che evidentemente ha toccato le corde giuste è stato quello di Gervasini, che ha aperto la porta di quella che è la sua vera casa politica.

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