Cornacchia contro le «opere elettorali» di Busto: «Attese da anni, si fanno solo ora?»

diego cornacchia busto arabini

BUSTO ARSIZIO – I lavori di riqualificazione dell’androne di palazzo Gilardoni fanno saltare sulla sedia Diego Cornacchia, consigliere comunale indipendente del gruppo misto e già capolista della Lista Antonelli versione 2016. «Sollecito quegli interventi da cinque anni, vengono realizzati solo nell’immediatezza delle elezioni». Ma l’accusa del veterano dell’assemblea civica si allarga, e prende di mira più in generale le «opere pubbliche con l’occhio alla campagna elettorale». Tra cui ad esempio le asfaltature: «Finanziate con un milione di euro di mutui che peseranno sulla futura amministrazione, quale che sia».

«Lavori sollecitati da anni»

La scintilla che fa scoccare la polemica sono i lavori in corso che hanno imposto la chiusura del portone di ingresso al cortile del Municipio da via Fratelli d’Italia. «I lavori per la sistemazione dell’androne di ingresso a Palazzo Gilardoni e quelli nel locale di portineria ove stazionano più addetti – ricorda l’avvocato Cornacchia – furono da da me sollecitati reiteratamente con interrogazioni plurime e mozioni sin dai tempi in cui l’assessore ai lavori pubblici era l’architetto Alberto Riva. Era stata data garanzia di pronta esecuzione dell’intervento in considerazione della insalubrità dell’ambiente di lavoro e della indecenza dell’ingresso al Palazzo, peraltro frequentato quotidianamente pure dal Sindaco ora scadente!». E c’è da stare certi che l’aggettivo con un evidente doppio senso, per il veterano dell’assemblea civica che spesso ripete che “la forma è sostanza”, sia puramente casuale.

«Quante opere solo adesso?»

Ma Cornacchia rincara la dose: «Il ripristino nella immediatezza delle elezioni, certamente, non varrà ad ingraziarsi quei dipendenti che per anni hanno visto vanificate le loro giuste aspettative; cosi come pure da parte dei cittadini che sono stati sconcertati dalla incuria e disaffezione per la “casa comunale”: quindi di tutti e non del padrone del momento». Quell’androne, sottolinea l’ex presidente del consiglio comunale, «era un’indecenza», ma il problema di Palazzo Gilardoni riguarda anche l’incertezza sulla destinazione dell’ala liberata anni fa ormai dal commissariato di Polizia: «Abbiamo insistito anche per capire che fine facevano i locali della Polizia, ma nessuno ne ha più parlato ed è rimasto lì tutto fermo». E Diego Cornacchia non rinuncia a punzecchiare l’amministrazione: «Vedo tante opere messe in campo in extremis, evidentemente a scopi di propaganda elettorale. Penso ad esempio all’accensione di un mutuo da un milione di euro per finanziare la manutenzione straordinaria delle strade, invece di utilizzare i risparmi di gestione. Pesare sulle future amministrazioni per far vedere qualche asfaltatura in periodo di campagna elettorale non mi sembra una scelta oculata».

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