Dairago taglia risorse alla materna paritaria. Le famiglie temono rincari

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DAIRAGO – Dietrofront del Comune sul contributo alla scuola materna. E ora le famiglie temono un aumento delle rette, a far data fin dallo scorso settembre. Accade a Dairago, dove l’amministrazione comunale, per voce dell’assessore all’istruzione Damiana Cozzi, in un primo tempo aveva confermato alla scuola materna paritaria “Rossetti Martorelli” l’intenzione di destinarle integralmente il contributo previsto dal decreto legge 65/2017 che istituisce fondi nazionali per migliorare il sistema educativo da 0 a 6 anni (nido, primavera, materna). Il contributo era destinato a calmierare le rette d’iscrizione e, contando su di esso, la scuola aveva ridotto le rette mensili per il corrente anno scolastico da 240 a 225 euro.

Poi, però, l’amministrazione Rolfi ha cambiato idea, spiegando che tale contributo sarà utilizzato “a sua discrezione”. Tanto è bastato a diffondere tra le famiglie dei bambini iscritti alla materna, 147 dei quali 125 residenti a Dairago, il timore che le risorse vengano destinate dal Comune ad altri scopi e che, per coprire i costi, la scuola ritocchi le rette verso l’alto.

Comune: «Stanziati quasi 140.000 euro»

La definizione dei contributi pubblici alla scuola rientra nella convenzione con il Comune, da mesi oggetto di aggiornamento. Al termine dello scorso anno scolastico, solo il 27% del contributo statale (ovvero 12.800 euro su un totale di 46.182) era stato erogato alla scuola per finanziare 3 progetti speciali, mentre la restante parte era stata incamerata nel bilancio comunale. Se il Comune seguisse la stessa linea per l’anno scolastico 2022/2023, creerebbe a detta dei genitori «una criticità nel bilancio della scuola che, a giugno, aveva considerato consolidato quanto dichiarato dall’assessore. Se non ci saranno chiarimenti in merito alla “discrezionalità” dichiarata dall’assessore, sarà inevitabile una revisione delle rette di frequenza a partire dal prossimo gennaio».

La scorsa settimana il Comune ha puntualizzato che il suo sostegno economico alla scuola per il corrente a. s. è di ben 136.300 euro fra contenimento generalizzato delle rette (69.500 euro, pari a 55,60 al mese per ogni bambino residente), riduzione delle rette per le famiglie con Isee inferiore a € 18.000 (27.400 euro), altri 11.700 euro per i bambini che necessitano di sostegno scolastico e infine un mutuo di 27.700 euro all’anno per l’ampliamento degli spazi deciso nel 2011. Quanto alla “misura 0-6 anni”, la stessa amministrazione Rolfi sottolinea come «la gestione di tale misura è assegnata per legge al Comune. In base alla normativa vigente, la quota spettante al servizio di scuola materna è pari al 30% di quanto destinato al Comune, ovvero 9.000 euro». Come se non bastasse, gli stanziamenti relativi al 2022 «non sono ancora pervenuti al Comune».

La scuola: «A noi solo 70.000»

La scuola ha replicato contestando innanzitutto la «forzatura dell’amministrazione comunale di chiedere che le classi siano sempre da 26 bambini, non tenendo conto del loro benessere» e la mancanza di un educatore per il sostegno scolastico, cui la scuola ha rimediato assumendone uno a proprie spese.

Entrando nel merito delle risorse, la riduzione della retta per Isee inferiori a 18.000 euro «non è destinata alla scuola ma alle famiglie». Ancora, «non riusciamo a capire per quale ragione si inserisca il mutuo quando il Comune, in questi ultimi 20 anni, ha ampliato anche la scuola secondaria di primo grado e la scuola primaria. Si tratta – sottolinea l’istituto – di mutui contratti per l’ampliamento del patrimonio comunale per rispondere ai bisogni della collettività e non per la loro gestione». Pertanto, «delle risorse messe a disposizione dal Comune, alla scuola entrano solo quelle per il contenimento generalizzato delle rette, cioè 69.500 euro».

In chiusura, la scuola termina ricorda di essere «un ente senza finalità di lucro» e che «da 130 anni offre un servizio, l’unico in paese, per le famiglie che hanno figli tra 3 e 6 anni. Risulta evidente che solo la scuola pubblica (primaria e media) e i servizi erogati dal Comune (nido) abbiano una valenza positiva da sostenere mentre la scuola materna, sebbene paritaria, sia considerata per il costo e non per il servizio erogato».

Borin: «Pasticcio sul bando per il nido»

Per la consigliera di minoranza Milvia Borin (UniAmo Dairago) a monte della retromarcia del Comune sulle risorse da destinare alla materna c’è la mancata partecipazione al bando per ottenere i fondi stanziati dalla Regione con la misura “Nidi gratis”, che a Dairago avrebbe fruttato circa 10.000 euro.

«Gravissimo – è il lapidario commento di Borin – che l’assessore e i suo ufficio non siano riusciti a inserirsi nel bando nei 23 giorni disponibili. Com’è gravissimo che l’amministrazione non lo abbia comunicato, e non abbia nemmeno comunicato alla scuola materna perché non le girerà integralmente i fondi per la “legge 0-6”, ma solo una parte. Va aggiunto che il nido comunale (gestito dall’Azienda So.Le) accoglie non più di 12 bambini, molti meno di quelli della materna: eppure vi saranno destinate altre risorse comunali».

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