Dopo Artusa, tocca a Loschiavo: a Busto la “legge” di Max Rogora contro gli assessori

BUSTO ARSIZIO – «Il potere “Rogora” chi non ce l’ha» aveva scritto qualcuno sui social dopo il “caso” del messaggio in chat del consigliere Massimo Rogora contro il sindaco Antonelli all’indomani di una infuocata seduta consiliare. In realtà sembra proprio che la celebre frase di Giulio Andreotti a Busto Arsizio debba essere parafrasata in “il potere logora chi ce l’ha“…se dall’altra parte si trovano di fronte un “Rogora”. Sì, perché in due giorni il consigliere di Fratelli d’Italia Max Rogora ha menato ceffoni (metaforici) a due assessori.

I “ceffoni” agli assessori

Prima in commissione bilancio, dove è stato protagonista di un clamoroso “scazzo” con l’assessore Maurizio Artusa, a proposito dell’affidamento dei servizi di riscossione, finito con una sedia volata in corridoio. Poi, dopo l’annullamento della commissione lavori pubblici che avrebbe dovuto discutere della modifica al regolamento di polizia urbana per introdurre l’obbligo per i padroni di portare dietro le bottigliette per lavare la pipì dei cani, ha rivendicato la “vittoria” con un post inequivocabile sui social. “Cane 1 – Regolamenti del cavolo 0“, le parole scritte da Max Rogora, con l’immagine di un cane che accartoccia una bottiglietta di plastica con la bocca. Nel mirino, stavolta – e non è la prima volta per Rogora – l’assessore alla sicurezza Salvatore Loschiavo, che aveva promosso in giunta la nuova norma contro la pipì dei cani.

Le “lezioni” di Max

Una “lezione” per i due assessori, entrambi espressione della Lista Antonelli. E se sulla delibera di Artusa il consigliere Rogora ha usato parole chiare in commissione («Se lei vuole andare avanti così, mi aspetti al consiglio comunale»), nei confronti della delibera di Loschiavo l’esuberante esponente di Fratelli non si tira indietro e rincara la dose. «Certe scelte vanno discusse e condivise con i consiglieri di maggioranza, tutti gli assessori devono capirlo. Si deve ragionare insieme perché poi sono i consiglieri a votare». Nel merito, secondo Max Rogora, «ci possono essere tante possibili soluzioni al problema della pipì dei cani, da valutare. In ogni caso credo sia meglio preparare il terreno con una campagna di sensibilizzazione, piuttosto che passare subito agli obblighi e alle sanzioni. Anche perché, con tutte le incombenze che ha la Polizia locale, con poco personale a disposizione, non mi sembra il caso di mandare gli agenti a controllare se chi passeggia col cane si è portato dietro la bottiglietta d’acqua».

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