Rogora vs Loschiavo, ancora. L’ex: «Vedrà le “sparate” se riduce Busto come Bologna»

L'assessore Salvatore Loschiavo e il suo predecessore Massimo Rogora

BUSTO ARSIZIO – «Io sui botti di Natale non avevo attaccato l’assessore Loschiavo. Ma potrei iniziare a fare il rompiscatole. Di certo se Busto diventasse come Bologna, con le zone 30 ovunque, lì si aspetti qualche mia “sparata”». Parla, e lo fa come spesso gli capita senza peli sulla lingua, Massimo Rogora, l’ex assessore alla sicurezza e oggi consigliere di Fratelli d’Italia “punzecchiato” dal suo successore nel corso della festa di San Sebastiano ai Molini Marzoli per le sue dichiarazioni dopo il caso dei “botti” di Natale. «Non era il momento per rivolgersi a me, ma solo per fare i complimenti agli agenti per il grande lavoro che fanno» la “lezione” di Max.

Il caso di Natale

«A me spiace che qualcuno in quel grido d’allarme abbia letto qualcosa di errato – Max Rogora ritorna alle dichiarazioni sui botti di Natale che hanno creato il “caso” – io non avevo attaccato l’assessore né altri, infatti quella “campanella” l’avevano capita molto bene il Monsignore e i cittadini intelligenti. Perché non è il comandante della nave che deve sentire la campanella, ma i passeggeri. Quindi in quel caso i cittadini». Insomma, quella di Rogora «era una riflessione su un certo buonismo imperante, di fronte a persone che si permettono di lanciare petardi contro la Messa di mezzanotte di Natale, qualcosa che è peggio di una sosta vietata in autostrada. È una questione di rispetto e di educazione. E secondo me quella era una situazione che doveva essere subito tamponata, chiamando il Prefetto per aumentare la presenza delle forze dell’ordine».

Cattivo tempismo

Ora Rogora a Loschiavo imputa innanzitutto una questione di tempismo e di opportunità: «Mi chiedo perché dopo più di 20 giorni, invece di festeggiare come si deve San Sebastiano che per la Polizia locale è come il nostro Natale, debba andare a dire una frase che cita l’ex assessore Rogora – sostiene Max – ci vuole rispetto per la “famiglia” della Polizia locale e per chi si mette in ghingheri per andare a una festa. Credo che sia caduto nel tranello della sua voglia di strafare e di far vedere che è più bravo di me. Ma si ricordi che quando avevo preso io quell’incarico, il Comando aveva 50 uomini in tutto, non c’erano attrezzature, c’erano le automobili sgarrupate, ma rimboccandoci le maniche i risultati sono arrivati. Ora il mio orgoglio è aver visto 6-8 agenti che mi hanno salutato e mi hanno chiesto perché non ero alla Festa, e mi duole non andare alla festa perché ormai viene fatta in orario mattutino, quando io lavoro, mentre ai miei tempi si faceva sempre di sera. Ma dall’assessore, che «si è scusato nella chat di maggioranza per la sua uscita a San Sebastiano», Rogora si aspetta «di leggere le scuse anche sui giornali».

Busto come Bologna?

L’ex assessore Rogora è un fiume in piena. «Non mi sembra di essere un consigliere rompiscatole, anzi sono il primo ad aver chiesto più volte all’assessore Cislaghi di assumere più agenti – afferma Max – ma quando sento di quanti occhi elettronici abbiamo installato mi fa rabbia che poi non riusciamo a beccare chi ha lanciato un petardo nel momento della Messa, spaventando centinaia di persone, o chi ha danneggiato il Presepe degli Alpini. So che l’assessore e il comandante hanno fatto un buon lavoro ma su certe situazioni occorre avere occhi aperti». E qui torna la “campanella” della discordia: «Potrebbe suonare di nuovo, perché forse stiamo andando un po’ troppo più forte su certe situazioni. Ad esempio, non vorrei che Busto diventasse come Bologna, una zona 30 ovunque. Eh no, lì iniziano sì le “sparate”. Non arriviamo a quei livelli, altrimenti dirò io ai cittadini di andare davvero a 30 km orari così ci sarà il caos e città si blocca».

La campanella

La campanella di Rogora suona come un avvertimento. «Non ho mai detto niente delle corsie ciclabili da 50 centimetri che finiscono nel vuoto, o di quella di viale Sicilia tra buche, tombini e una fermata del pullman: sfido un bambino a percorrerla. Ma qui la colpa la dò all’Europa che ci impone le politiche “green” così come il panino con la farina di grilli». Ma l’elenco per Loschiavo – «già candidato con il Pd a Milano e un domani chissà – rimarca Rogora – ma non è un problema, anch’io ho cambiato casacca» – continua, riecheggiando le polemiche sul fatto che l’assessore farebbe politiche sulla mobilità “di sinistra”. «Non mi sono mai lamentato del senso unico di via Galvani che sbocca in corso Italia aumentando i rischi con le biciclette che viaggiano contromano. Il Cavallotti Garden? Potevo farlo anche io, ma ho creato la piazza Santa Maria pedonale che non c’era. La zona 30 invece l’avrei fatta nel controviale Duca d’Aosta per dare la precedenza alle biciclette. E alla prima occasione in consiglio chiederò all’assessore se intende fare qualcosa per il doppio senso pericoloso di via Favana, davanti al cimitero. C’è una delibera fatta da me che giace inapplicata».

busto arsizio rogora loschiavo – MALPENSA24