Busto, Antonelli è il vincitore. Ma poi si voterà

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A Busto Arsizio ha vinto Emanuele Antonelli. Un successo politico in scia al rientro di Forza Italia nella coalizione di centrodestra, come è apparso inevitabile già da alcuni giorni. Segnali inequivocabili in uscita dall’area berlusconiana rispetto all’operazione sganciamento del partito dalla coalizione. Operazione avviata proprio a Busto, e soltanto a Busto, da Gigi Farioli con l’iniziale e entusiastico sostegno dei suoi, poi tutti in ritirata quando da Roma o da Milano è arrivato l’ordine di rientrare nei ranghi – per quanto il commissario provinciale Giacomo Caliendo lo possa negare – perché certe derive centriste sotto l’ala protettrice dell’Italia Viva di Matteo Renzi non erano e non sono cosa. Figurarsi.

In settimana, Silvio Berlusconi ha ospitato nella sua villa in Sardegna Giorgia Meloni. Dopo averle mostrato la collezione di farfalle (copyright Ignazio La Russa), il Berlusca e la leader di Fratelli d’Italia hanno certamente discusso di politica, dei rapporti tra i due rispettivi partiti, della necessità che il centrodestra rimanga coeso. A livello nazionale e in periferia. Quindi, anche a Busto Arsizio. Così è maturato il dietrofront. E lo sganciamento si è concretizzato, ma ai danni di Farioli. A completa soddisfazione del sinora silente quanto attivo Antonelli, chiamato a rinunciare alla sua personale lista in funzione dell’unità. Vi rinuncerà? In città sono affissi i manifesti che annunciano la squadra che alle elezioni farà riferimento al primo cittadino di Fratelli d’Italia. Volontà di ottemperare a quanto gli è stato chiesto? Fate un po’ voi. A naso, conoscendo il nostro amico sindaco, Antonelli gestirà la sua e la lista di Forza Italia, orfana della ex bandiera Farioli e ora priva di un vero leader che ne possa tirarne i fili senza che altri vi mettano il becco. Scommettiamo?

Farioli, intanto. Lo hanno tradito, diciamolo senza infingimenti. Ed è rimasto col cerino in mano. Andrà avanti da solo o, comunque, con l’appoggio di un certo gruppo di partitini ancora in cerca di identità e di vero consenso; formazioni centriste e moderate che, forse ancora non lo sanno, ma agiranno sotto l’ombrello di Italia Viva e di Gianfranco Librandi, deputato e imprenditore saronnese che mette la benzina alla macchina elettorale di Busto. Il tentativo è di arrivare all’eventuale ballottaggio, facendo però la corsa sul piddino Maurizio Maggioni, non certo su Antonelli e sul centrodestra, avviati, questi ultimi, a dominare la scena elettorale. Nonostante tutto.

Gara improba? Non è detto: Emanuele Antonelli non gode più della stima incondizionata dei bustocchi, come cinque anni fa. Lo frega il carattere e l’eccessivo autoritarismo: accanto a lui vorrebbe soltanto cortigiani. Vincerà le elezioni, perché le vincerà, ma la presenza di Farioli come antagonista qualche grattacapo glielo creerà. Senza contare l’azione per lui disturbante dei civici di Busto al centro. E di un Gigi Farioli ora col coltello tra i denti, che ha diffuso manifesti che confermano la sua discesa in campo come candidato sindaco affrancato dalla casa madre di Forza Italia. Col rischio di trasformare la battaglia politica in una battaglia personale (Dalla Prealpina: “… Sarà un discorso personale, un dialogo diretto con la città”). Insomma, come recita uno dei suoi slogan, mutuato da Vasco Rossi: “E già, io sono ancora qua. Il Gigi di sempre”. Appunto.

Caliendo: «Farioli non è più di Forza Italia». A Busto Galparoli commissario

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