Fondazione Trapianti premia l’Asst Ovest Milanese con la “Stella della donazione”

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LEGNANO – Nel 2023 nell’Asst Ovest Milanese sono stati donati 68 organi (38 reni, 20 fegati e 10 polmoni) contro i 40 del 2022; ad essi si aggiungono 266 tessuti (231 cornee, 9 di cute, 8 valvole polmonari e altrettanti tessuti del muscolo scheletrico, 7 valvole aortiche e 3 tessuti vascolari) contro 128. Il tutto da 29 donatori. Legnano è poi al 2° posto (dopo Bergamo) per unità di sangue cordonale raccolte presso la Milano Cord Blood Bank, con 70 unità; Magenta è all’8° posto con 11 davanti a Varese con 9, mentre Tradate ne conta 7 e Busto Arsizio 3. I pazienti curati grazie a queste donazioni superano i 4.000. Fra loro bambini di diversi Paesi, dagli Usa alla Birmania, che hanno ricevuto il sangue cordonale contenente cellule staminali che ad esempio ricostituiscono il midollo compromesso, dando così una sorta di possibilità di rinascere.

Esemplare il caso raccontato, alla presenza dei familiari commossi, di una donna di 66 anni ricoverata nel maggio 2022 all’ospedale di Magenta in seguito a un arresto cardiocircolatorio che le procurò lesioni neurologiche irreversibili. La signora aveva confidato ai familiari la volontà di donare i propri organi e, pur in mancanza di un formale atto scritto, fu avviata la desistenza terapeutica e, dopo il trasferimento a Legnano, si procedette al prelievo multiorgano. 

Riconoscimento dell’impegno per la donazione di organi e tessuti

Per questi risultati l’Asst Ovest Milanese è stata premiata oggi, venerdì 19 aprile, dalla Fondazione Trapianti onlus con la “Stella della donazione” quale “riconoscimento dell’impegno dimostrato a supporto e promozione della donazione di organi e tessuti” (nelle foto). La consegna è avvenuta nella Sala Stemmi di Palazzo Malinverni alla presenza del direttore generale dell’Asst Francesco Laurelli, del direttore sanitario Valentino Lembo, della presidente della Fondazione Trapianti onlus Marina Morgutti, del professore Giovanni Mistraletti, direttore dell’Uoc di Rianimazione dell’ospedale di Legnano e del dottore Carlo Capra, direttore dello stesso reparto a Magenta. Presenti in sala, fra gli altri, i sindaci di Legnano Radice e di Magenta Del GobboLuca Ferla, responsabile del Cop-Coordinamento ospedaliero prelievi, Paola Fassini, referente del percorso di Donazioni a cuore fermo (Dcd) e Gabriella Lanzilotti, Case manager donazioni (Cmd) oltre ai responsabili Aido e Avis di Legnano e di Magenta e al prevosto di Legnano, monsignore Angelo Cairati.

Il riconoscimento premia il lavoro del gruppo Cop della Asst Ovest Milanese, impegnato da anni nella promozione della cultura della donazione. In Italia, sempre nel 2023, si sono registrati più di 3 milioni e mezzo di consensi alla donazione degli organi e tessuti, ma oltre il 40% dei cittadini sceglie di non esprimersi. Bisogna quindi aumentare gli sforzi per diffondere la cultura della donazione e incoraggiare i cittadini a prendere una decisione consapevole.

Laurelli: «Indispensabile la condivisione di valori»

«La donazione – ha osservato Laurelli – mette in gioco scelte individuali, la comunità e diverse istituzioni in senso ampio fino alle associazioni. Di fronte a queste scelte difficili serve una condivisione di valori, attraverso un’azione capillare di ognuno di noi nel proprio ruolo professionale, di volontariato, di cittadinanza e familiare. È un tema capace di dare gioia pur se accompagnata dal dolore di una perdita: è importante sapere che si hanno intorno tante persone che convidono scelte delicate in situazioni particolarmente difficili».

Per il direttore del Centro regionale trapianti Lombardia, Giuseppe Piccolo, «non ci fermiamo alla morte di quell’assistito, ma ci prendiamo cura della donazione che è un atto che supera la morte e scuote le coscienze. A trent’anni dall’inizio di questo percorso, possiamo dire che la capacità di dare la vita oltre la morte è entrata nella testa e nel cuore, e soprattutto nell’organizzazione sanitaria. In questo modo possiamo curare sempre più persone senza lasciare nessuno a piedi».

Un gesto che vince il dolore e la morte

Come ha sottolineato Mistraletti, «leniamo la quota di dolore evitabile. In un contesto di solitudine, paura, mancanza di chiarezza e presentimento c’è la possibilità di compiere insieme un percorso che fa la differenza. Alla base di tutto c’è la trasparenza in tutto quello che facciamo. Nel momento delle tenebre ci può essere una vera consolazione». Mentre il collega Capra ha ricordato «le storie di pazienti, di famiglie, di professionisti che insieme raggiungono un risultato enorme. Quando gli esseri umani hanno un obbiettivo comune e lo condividono, niente è impossibile da raggiungere. Inoltre questa è una storia di sanità pubblica, che sta affrontando un momento veramente difficile. Ribadiamo il diritto che le cure, anche così, siano garantite veramente a tutti».

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