Fontana: «Stabilizzare i contagi». No al lockdown: «Non possiamo permettercelo»

VARESE – Coprifuoco e lockdown? Parole da non pronunciare. Il governatore Attilio Fontana cerca di non utilizzare nemmeno quei due termini, che tanto spaventano la Lombardia, di fronte all’impennarsi della curva dei contagi nelle ultime due settimane. «Preoccupato? Sono molto attento, convinto che non ci possiamo permettere di arrivare a misure troppo drastiche. Non ce le possiamo permettere». Sono le parole del presidente di Regione Lombardia, che oggi, 23 ottobre, ha dialogato con il presidente di Confartigianato Imprese Varese Davide Galli in un webinar sul tema “Il Covid in Lombardia: cosa succede alle imprese?”. Di certo Fontana non si fa fiaccare dai casi delle ultime settimane: «Io vado avanti, con determinazione».

Obiettivo: stabilizzare i contagi

Intervistato da Sara Bartolini di Confartigianato Varese, il presidente Fontana ha tracciato un quadro «realistico» della situazione, come ha sottolineato Davide Galli, e ha illustrato i provvedimenti entrati in vigore da ieri, 22 ottobre. «Misure necessarie», come il coprifuoco, altro termine che Fontana evita di pronunciare, parlando di «interruzione della socialità alle 23, per evitare aggregazioni che possono essere veicolo di contagio». Con le altre restrizioni, come lo stop ai centri commerciali nel weekend, sono «tentativi nella direzione di cercare di ridurre il contagio, ma ci accontenteremmo di stabilizzare i numeri – spiega il governatore – spero che siano iniziative utili. Sappiamo di chiedere alla gente di fare ancora dei sacrifici, ma se li accetteranno credo che potranno dare risultati sperati, e ciò impedirà di dover passare alle fasi successive». Il tanto temuto lockdown-bis. «Non ce lo possiamo permettere».

Riparte l’ospedale in Fiera

Sulla situazione della provincia di Varese, che vede i contagi in crescita, il presidente Fontana ammette che è un’area «osservata speciale insieme a Milano e Monza, tre zone dove purtroppo il virus sta procedendo più velocemente. Ma le decisioni dobbiamo prenderle su tutto il territorio perché purtroppo anche nelle altre province si stanno registrando aumenti». E sull’ospedale in Fiera, il governatore confessa: «Speravo mi potessero insultare ancora per non averlo utilizzato, invece da oggi (23 ottobre) riprenderà a funzionare. Serve per togliere pressione agli altri ospedali e per avere una rianimazione interamente dedicata al Covid, con minori rischi di diffusione del contagio»

Galli: «No al lockdown»

Nel frattempo, il presidente Fontana invoca «coesione e scelte condivise», stigmatizzando le «speculazioni politiche (come quelle sulla didattica a distanza, ndr) che onestamente mi fanno perdere un po’ di volontà nei confronti della politica». E forse avrebbe voluto dire fiducia. Ma è quella «fiducia», insieme al «realismo», per cui il presidente degli artigiani della provincia di Varese Davide Galli plaude al governatore: «Un segnale importante, perché senza la fiducia si perde la voglia di fare, di investire e di andare avanti». Il lockdown è un timore che le imprese vorrebbero scongiurare ad ogni costo: «Chiudere le imprese non si può, sia perché molte difficilmente riaprirebbero, sia perché hanno fatto forti investimenti per la sicurezza, tra sanificazioni e tracciamento. Sono un vero presidio sanitario. Vanno sostenute contro ogni criminalizzazione nei loro confronti».

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