Gallarate: Fratelli d’Italia: «Una piazza per il Milite Ignoto» 

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GALLARATE – Una piazza intitolata al Milite Ignoto. A chiederlo è il gruppo consigliare di Fratelli d’Italia a Gallarate attraverso una mozione da discutere in aula nella prossima seduta.

Il sogno stazione

Fratelli d’Italia, facendo propria una iniziativa partitica a livello nazionale, chiede al consiglio comunale di impegnare la giunta ad attivare le procedure necessarie al fine di concedere la cittadinanza onoraria di Gallarate al Milite Ignoto entro il prossimo 4 novembre. E di procedere, sull’esempio di tanti altri Comuni, alla intitolazione di una piazza, di una via o di un altro luogo pubblico. «Sarebbe bello», dice il capogruppo Giuseppe De Bernardi Martignoni, «intitolare la piazza Giovanni XXIII, attualmente al centro di un importante intervento di riqualificazione». Cambiargli nome sarebbe un atto simbolico per dare un taglio netto con il passato, un modo per volere dare una vita nuova a uno spazio – quello di fronte alla stazione ferroviaria – tra i più pericolosi e malfamati della città. Con nuove telecamere e il potenziamento della illuminazione il progetto di restyling punta proprio anche a renderlo un luogo più sicuro.
Proprio questa mattina ha effettuato un sopralluogo al cantiere Marcello Morandini, noto architetto, scultore e designer italiano.
Ma passare da piazza Giovanni XXIII a piazza Milite Ignoto costringerebbe i residenti a dover cambiare documenti e utenze. Per questo motivo Fratelli d’Italia è pronta a valutare soluzione più facilmente percorribili.

Il Milite Ignoto

Il 4 novembre 2021 ricorre il centenario della tumulazione del Milite Ignoto all’Altare della Patria di Roma. A seguito della conclusione della Prima guerra mondiale, il Parlamento decretò infatti la sepoltura al monumento di piazza Venezia di un soldato ignoto caduto in guerra, come simbolo dei 650mila militari italiani che persero la vita durante i tre anni di conflitto. Vennero scelti dei resti mortali affinché non fosse possibile individuare la provenienza territoriale del caduto prescelto e neppure la forza armata di provenienza. L’unico requisito assunto come inderogabile fu quello della sua italianità per fare in modo che quel soldato, voluto come di nessuno, potesse in realtà essere percepito come di tutti.

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