Prime ammissioni di Nino Caianiello: «Ho preso soldi, ma non sono tangenti»

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GALLARATEParziali ammissioni di soldi incassati, senza mai confermare, comunque, che si trattasse di tangenti. E un nuovo interrogatorio davanti ai pm che si terrà nei prossimi giorni. Così è mutata la linea difensiva di Nino Caianiello, assistito dall’avvocato Tiberio Massironi, ex responsabile di Forza Italia a Varese e presunto “burattinaio” nell’inchiesta della Dda milanese “Mensa dei Poveri”.  Si parla di un ipotizzato giro di mazzette, nomine, appalti pilotati e finanziamenti illeciti che il 7 maggio ha portato a 43 misure cautelari, tra cui quelle per gli esponenti di FI Pietro Tatarella e Fabio Altitonante. 

Non ce la faccio

Il Mullah sinora aveva sempre sostenuto di aver creduto di agire nella legalità e non aver mai intascato un euro: tutto il “raccolto” serviva per finanziare il partito e lì, e nelle casse di Agorà-Liberi e Forti, ogni euro era finito rigorosamente. Caianiello non ha mai ceduto, nemmeno davanti ai verbali degli interrogatori dei suoi (ex a questo punto) uomini di fiducia, uno su tutti Alberto Bilardo che al pm Luigi Furno avrebbe confermato ogni dettaglio del sistema attribuito a Caianiello. Sistema raccontato da altri, durante gli interrogatori, che avrebbe visto il plenipotenziario di Forza Italia a Varese usare il suo potere per distribuire incarichi nelle partecipate di tutta la provincia, salvo poi incassare la cosiddetta “decima”, ovvero una percentuale pari al 10% del compenso che l’incarico aveva fruttato al professionista amico. Oggi, Caianiello, dopo che, per bocca del legale, aveva fatto sapere di non escludere di poter affrontare un eventuale processo a dibattimento, negando sempre, e restando sempre più solo (anche in carcere visto che i presunti sodali hanno tutti o quasi raggiunto un accordo per il patteggiamento tornando liberi), avrebbe fatto delle parziali ammissioni. In particolare, in un interrogatorio del 6 agosto il Mullah ha spiegato di aver ricevuto soldi dall’ex segretario di FI a Gallarate Bilardo nell’ambito di una presunta vicenda corruttiva in città. Alle domande degli inquirenti che si aspettavano ammissioni complete già in quell’interrogatorio, però, Caianiello avrebbe risposto: «Non ce la faccio».

Giudizio immediato

I magistrati entro fine agosto dovrebbero depositare l’avviso di conclusione delle indagini chiedendo il giudizio immediato per tutti gli indagati sottoposti a misura.

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