Sistema Panizzi, Gallarate è fuori «perché costa il doppio e senza avere alcun vantaggio»

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GALLARATE – «Perché dovremmo tenere in piedi un consorzio soltanto per fare del bene agli altri e sostenerlo senza aver alcun vantaggio in termini di servizi offerti alla cittadinanza?». Una domanda implicita per l’assessore alla Cultura di Gallarate, Claudia Mazzetti, che spiega perché l’amministrazione comunale ha deciso di dire addio al Consorzio Panizzi che finora aveva messo in rete undici biblioteche della zona, da Arsago Seprio a Samarate, da Cairate a Vizzola Ticino, trovando in Gallarate il proprio ente capofila.

Mai coinvolto 

Il centrosinistra ha duramente criticato la decisione, ampiamente anticipata proprio da Mazzetti lo scorso maggio. E siccome da allora nulla è cambiato, lunedì è stata comunicata ufficialmente in Commissione Cultura: «Ero già rimasta basita due anni fa – spiega la componente della giunta Cassani – quando cercammo di coinvolgere il Panizzi per la realizzazione dell’Hic (la nuova biblioteca al Maga, ndr) e loro rimasero estranei da un progetto ritenuto funzionale da molti in città, a partire dai tantissimi ragazzi che ogni giorno lo frequentano. Ma la verità è che sono anni che il Consorzio non partecipa alle attività gallaratesi».

Costa il doppio 

Mazzetti è dunque convinta della decisione presa. «E se il consigliere comunale Cesare Coppe (CèV) fosse venuto in Commissione ne avrebbe certamente capito la ratio. Il Panizzi non fa nulla per Gallarate e costa il doppio rispetto a Busto. Sperperare risorse pubbliche non è il nostro modo di amministrare e in questa partita abbiamo notato come lo fosse per la precedente amministrazione».

E ora?

Seguendo le indicazioni di Regione Lombardia, che invita gli enti locali a creare sistemi bibliotecari più grossi, Gallarate punta ad aderire alla rete Busto Arsizio Valle Olona andando così a creare un’unica grande realtà per il sud della provincia di Varese. «Anche gli altri piccoli Comuni possono fare lo stesso: ecco perché non comprendo e non mi piace questo terrorismo che sta mettendo in atto l’opposizione». Del resto Cassano Magnago già diversi anni fa era uscito dal sistema, passando a Busto. E anche per Cavaria con Premezzo, oggi nel consorzio Valle dei Mulini, l’esperienza nel Panizzi durò poco, il tempo sufficiente per capire che il costo non valeva la qualità del servizio offerto. Le avvisaglie insomma, fa capire Mazzetti, «c’erano da tempo».

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