Fine Ramadan a Gallarate. Ma si sta stretti: «Ora vogliamo un posto nostro»

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GALLARATE – «Abbiamo bisogno di uno spazio nostro. Siamo disposti anche ad acquistarne uno». Abdul Jabbar, presidente della comunità musulmana gallaratese “Il Faro”, lo ripete: i fedeli sono tanti e individuare un luogo che possa ospitare i momenti di preghiera e quelli di festa diventa sempre più difficile. Oggi, 21 aprile, la conferma: due turni da oltre 200 persone che si sono ritrovate nella sede di via Monte Nero a Gallarate – che in genere ospita il momento spirituale del venerdì – per celebrare la fine del Ramadan, la Eid al Fitr.

Preghiera a turni

Negli ultimi anni, i fedeli si sono dati appuntamento al Ciglione di Cardano al Campo per la festa della rottura. Uno spazio ampio, in grado di ospitare un numero elevato di persone, oltre che banchetti per mangiare e stare in compagnia. Il maltempo, però, ha costretto la comunità musulmana a ripiegare sulla sede gallaratese, una tensostruttura con un campo da calcetto messa a disposizione da Emanuele Ronchi.

Ecco perché erano presenti solo uomini e qualche bambino. Niente donne. E hanno pregato in due tranche da oltre 200 persone ciascuna. «Altrimenti non ci saremmo stati», racconta Abdul Jabbar. «Da anni cerchiamo un luogo che possa essere nostro, siamo disposti a comprarlo. Così non dovremmo più dipendere da altri». Non solo: «Noi cerchiamo sempre di creare meno disagio possibile, quindi se riuscissimo a trovare un posto – anche fuori dal centro – sarebbe comodo per tutti». In passato, infatti, non sono mancate lamentele dai residenti nelle vicinanze della struttura in via Monte Nero. Per lo più a causa dei parcheggi, visto il numero elevato di fedeli che si ritrova in preghiera.

La moschea a Sesto

Oltre all’idea di un posto che possa essere utilizzato dalla comunità “Il Faro” per organizzare le feste religiose e i momenti di raccolta, aiuterebbe i fedeli musulmani anche il progetto della moschea a Sesto Calende. L’iter per realizzare un luogo di culto è in corso e anche se si tratterebbe di un’area pubblica, ha spiegato Abdul Jabbar, sarebbe una soluzione per la preghiera quotidiana e soprattutto del venerdì.

Fine Ramadan

Ostacoli a parte, anche quest’anno è stata festeggiata la rottura del digiuno. Si tratta della seconda celebrazione religiosa più importante della cultura islamica, quella che segna la fine del Ramadan. Persone di almeno quindici nazionalità differenti (tra cui marocchini, pakistani, albanesi, tunisini, algerini, ghanesi e anche italiani) si sono riunite per omaggiare Allah in un momento di raccoglimento, chiamato Salat al-Fajr, guidati dalla voce dell’Imam durante la lettura dei testi sacri.

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