Gallarate, Pd: «Col rimpasto Cassani sarà ancora più sotto scacco di Forza Italia»

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GALLARATE – Alla vigilia del rimpasto che lascerà fuori Forza Italia dalla giunta, il Pd di Gallarate fa la sua profezia: «Anche se dovesse ricorrere agli adesivi più potenti per rimanere attaccato alla poltrona, il sindaco Andrea Cassani di sicuro non rimarrà al suo posto a lungo. I numeri in consiglio Comunale sono risicati, e dovrà sempre dipendere dai cinque voti di Forza Italia che daranno il loro appoggio ‘in modo critico e propositivo’: si prevedono burrasche, e quasi certamente la giunta cadrà in anticipo lasciando dietro di sé i cocci di una esperienza disastrosa per Gallarate».

Tornare al voto

Attraverso una lunga nota, il centrosinistra chiede per l’ennesima volta nell’ultimo mese di tornare al voto anticipato: «Noi siamo prontissimi alle elezioni, che, siamo convinti, non siano troppo lontane. In un tessuto sociale lacerato dalla continua tensione, dalla zizzania seminata da Cassani, ci sarà bisogno di una ricostruzione morale, occorrerà rimettere insieme le macerie delle istituzioni cittadine e le anime di una città oggi divisa dalle tifoserie».

La commedia in aula

Secondo i dem forse aveva ragione l’assessore Paolo Bonicalzi, reo di quell’infelice battuta («Buona commedia a tutti») a inizio seduta lo scorso mercoledì in aula: «Il consiglio comunale è stata davvero una commedia, o meglio una farsa. Dall’esito peraltro prevedibile: era chiaro che Cassani non fosse disposto a dimettersi; ciò che era davvero imprevedibile, a tratti sconvolgente, è stata la totale mancanza di autocritica da parte di tutte le componenti della maggioranza. Cassani, incapace di darsi un contegno adatto al ruolo, ha ripetutamente umiliato la carica che ricopre reiterando una ossessiva autodifesa e insultando le opposizioni, ree unicamente di fare il proprio lavoro nell’unico modo in cui va fatta opposizione, cioè duramente. Ma non deve pensare che queste insolenze rimarranno senza una giusta reazione. E la prima, schietta, reazione è venuta dai cittadini in aula: da loro è salita la vera mozione di sfiducia. E il sindaco che manda a quel paese tutti in conclusione di serata è non solo indice della sua personale concezione di democrazia (‘Voi state zitti!’), ma probabilmente anche un significativo momento di rottura nel rapporto fra Cassani e la città:  molti si accorti del vero volto del sindaco, una faccia feroce rivolta contro chiunque gli sia d’intralcio».

Potere malato

Il pubblico in aula, mai così numeroso da anni, è stato il segno di tangibile dell’attenzione della cittadinanza rispetto ai fatti gravissimi emersi con il terremoto giudiziario dello scorso 7 maggio.  «Gravi – sottolinea il Pd –  indipendentemente dai risvolti penali, tuttora da accertare, perché indice comunque di un sistema di gestione del potere malato, rispetto al quale l’attuale maggioranza non ha dimostrato di avere traccia di anticorpi. Mi metto nei panni di un comune cittadino presente mercoledì sera. Chissà cosa ha pensato vedendo come la maggioranza mostrasse di volere andare avanti come se niente fosse. E, alla fine, è stata Forza Italia a compiere un gesto di dignità, superando la totale inazione di Cassani che di fronte ad uno scenario devastante non ha saputo fare nulla se non provvedere alla sua difesa».

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