Il sindaco di Gallarate: «Casermone inadatto ai profughi, quei soldi diamoli alle famiglie che li ospitano»

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GALLARATE – «Credo che chi sta pensando di mettere gli ucraini al Casermone non abbia mai visto gli ucraini che stanno arrivando in Italia». A dirlo è il sindaco di Gallarate Andrea Cassani, esprimendo la sua contrarietà a trasformare l’ex deposito dell’Aeronautica militare (oggi sede del più importante hub Covid della Lombardia) in un posto di accoglienza per chi fugge dalla guerra. 

I soldi alle famiglie 

«Sono soprattutto donne e bambini», spiega il primo cittadino. «Stiparli al Casermone mi sembra poco consono. Non è il luogo adatto». Piuttosto che spendere soldi per riconvertire gli ex capannoni militari in spazi per accogliere persone, Cassani invita «il governo nazionale a dare contributi alle famiglie, e sono tante, che stanno accogliendo queste donne con i loro bambini nelle loro case, mettendo a disposizione stanze o addirittura interi appartamenti. A queste persone, che si stanno dimostrando generose, non si dà alcun sostegno, mentre si continuano a dare i famosi 28 euro al giorno alle solite cooperative che da anni attraverso i Cas gestiscono gli immigrati». 

L’accoglienza a Gallarate 

Difficile al momento dare numeri precisi, ma secondo il primo cittadino di Gallarate sono già più di 50 gli ucraini arrivati in città nell’ultima settimana. Da lunedì i primi bambini cominceranno a frequentare le scuole, e presto anche le numerose società sportive che in poche ore hanno già risposto positivamente all’appello dell’amministrazione comunale per integrare i nuovi arrivati all’interno delle loro attività.
In Comune, fa sapere il sindaco, è inoltre arrivata la disponibilità da una quarantina di famiglie a ospitare temporaneamente una o più persone e con queste si è già svolta una prima riunione nei giorni scorsi per coordinarsi. A Gallarate si stanno creando i presupposti di un’accoglienza diffusa e caritatevole. «Un’accoglienza – conclude Cassani – di cui poter essere fieri. La generosità dei gallaratesi deve essere di esempio». 

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