Turismo, Gallarate valuta l’introduzione della tassa di soggiorno 

Malpensa crisi hotel chiusi

GALLARATE – Anche nel Comune di Gallarate dal 2024 potrebbe entrare in vigore l’imposta di soggiorno, una tassa che viene addebitata ai viaggiatori che soggiornano nelle strutture ricettive della città. Non c’è nulla di definito ma si tratta di molto più di un’ipotesi. Ieri, 8 novembre, con numeri e proiezioni la proposta è stata infatti avanzata ufficialmente dal sindaco Andrea Cassani e dal suo vice Rocco Longobardi (Attività produttive) ai rappresentanti delle associazioni di categoria. 

L’imposta di soggiorno 

Secondo i dati della Camera di commercio, il Comune di Gallarate è decimo per afflusso di turisti in provincia di Varese, un territorio che gode dell’indotto generato da Malpensa per il 37%. Per il 2022 sono stati stimati 17mila viaggiatori che hanno soggiornato nei 4 hotel e nei numerosi B&B o similari presenti in città. Si tratta di un numero indicativo perché c’è una percentuale molto alta di affittacamere di fatto sconosciuti alle statistiche che, proprio grazie all’introduzione dell’imposta, sarebbero costrette a regolarizzarsi per evitare di incorrere in sanzioni. Un fenomeno che si è già visto a Somma Lombardo, Varese, Vergiate, Laveno, Ispra e in tutti gli altri Comuni della provincia che l’hanno introdotta. Un risvolto positivo sottolineato anche dall’Associazione di categoria che rappresenta i gestori delle strutture ricettive extralberghiere, mentre Federalberghi, contraria all’introduzione della tassa di soggiorno a ogni latitudine, ha confermato la propria posizione anche in città. 

Tassa di scopo 

Cassani e Longobardi al tavolo hanno assicurato gli interlocutori che l’imposta di soggiorno sarà a Gallarate una vera e propria tassa di scopo, ovvero uno strumento per introitare risorse necessarie per finanziare investimenti mirati a incrementare l’attrattività, creando un flusso che porti denaro alle casse comunali non impattando sulla tassazione dei residenti, ma ottenendo il denaro direttamente dai turisti. In teoria dovrebbe essere così per legge, ma nella realtà i Comuni utilizzando gli incassi praticamente per ogni cosa, arrivando persino a sostenere che le asfaltature siano un miglioramento della città in chiave turistica. L’amministrazione di Gallarate, che punta a introitare 200mila euro all’anno se si parametrasse (questa è l’indicazione di massima) alle tariffe di Varese, intende invece da subito determinare quote fisse a sostegno di vari ambiti, tra cui il Distretto del Commercio che potrebbe così contare su risorse certe per finanziare le numerose iniziative messe in atto con Ascom. 
L’introduzione della tassa di soggiorno è già stata sottoposta anche al tavolo di maggioranza come il primo di una serie di passaggi tecnici e politici che potrebbero portare all’approvazione in consiglio comunale entro la fine dell’anno. 

Gallarate tassa di soggiorno – MALPENSA24