Alla scoperta di Gallarate. Tra totem illustrativi e il sito creato dagli studenti

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GALLARATE – «La storia locale è una pietra solida su cui fondare quella generale». Parte da qui, l’assessore Massimo Palazzi (Cultura) per spiegare l’ultima iniziativa per promuovere e raccontare Gallarate. I punti che più rappresentano la Citta dei Due Galli saranno ora accompagnati da Totem illustrativi. Sono dei pannelli – alcuni già pronti – che riportano foto del luogo di riferimento con un breve testo curato proprio dall’assessore. A dare man forte al progetto, gli studenti che hanno tradotto le descrizioni in inglese e hanno inserito un Qr code – creato da loro – che rimanda a Stargate, portale dedicato alla storia e all’arte in città.

Il supporto degli studenti

A dare un tocco di internazionalità ai testi, i ragazzi del liceo di viale dei Tigli. «Hanno risposto con entusiasmo al mio invito di fare le traduzioni», dice Palazzi. «Grazie alla collaborazione della professoressa Patrizia Montesin». Così come hanno detto sì «alla proposta -sempre dell’assessorato alla Cultura – di realizzare un collegamento con un sito da loro gestito, nel quale inserire tutti gli approfondimenti che non era possibile mettere nella descrizione sintetica sul totem». È nato così Stargate – sotto la supervisione del professor Giovanni Frumusa – al quale si accede mediante il codice Qr presente alla fine di ogni descrizione. A realizzarlo, gli studenti della 4C dello scientifico scienze applicate, come progetto di Pcto (ex alternanza scuola lavoro) lo scorso anno scolastico. Il nome gioca con il titolo e con il significato di un famoso film: StArGatE, il cui acronimo è Storia Arte Gallarate. Con l’obiettivo di «comunicare e valorizzare il patrimonio storico-artistico e monumentale cittadino. Come entrare in una nuova dimensione di attenzione per il territorio».

I pannelli

Ad oggi sono pronti per l’installazione, la struttura e i pannelli sulla Tomba Gallica e sulla relativa piazza Ponti. Ma anche quelli dedicati alla chiesetta di San Pietro e alla Crocetta. Mentre è in fase di traduzione in inglese il testo dedicato a don Alberto e al Teatro delle Arti. Inoltre, gli studenti, grazie alla collaborazione con il Fai, si sono dedicati anche a inserire e approfondire altri siti e monumenti, come ad esempio quelli della Gallarate industriale. Ecco i primi:

La chiesa di San Pietro

Secondo l’opinione consolidata San Pietro venne fondata nei secoli XI o XII considerando il suo stile romanico con elementi gotici e alla fine del XIII secolo la chiesa è indicata nel Liber Notitiae Sanctorum Mediolani con il titolo di eccelsia, ma il primo documento notarile in cui viene citato San Pietro risale al 1364. Da un documento del luglio 1493 sappiamo che sul lato meridionale della chiesta era presente un cimitero e che la struttura venne utilizzata come fortezza durante gli scontri per la signoria sul Ducato di Milano. Venne inoltre utilizzata come luogo in cui l’ Universitas del Borgo si radunava per trattare gli affari del Comune, come attestato dai documenti notarili. Nel secolo XV vennero edificate delle case addossate alla chiesetta con inserimento di travi nei muri di San Pietro e rimozione delle “grosse pietre che si trovavano nei muri della chiesa” e addirittura una macelleria alla quale si accedeva solo dall’interno del sacro edificio. Il tetto della chiesa era stato dotato di merlature, che nel 1570 San Carlo ordinò di rimuovere. Nella piazza creatasi dallo stabilizzarsi delle trasformazioni nel Seicento e Settecento si svolgeva la vita della comunità e dal 1864 è divenuto Monumento Nazionale. A seguito dei restauri dei primi anni del Novecento effettuati dalla Società Gallaratese per gli Studi Patri su progetto dell’architetto Gaetano Moretti, gli edifici e il campanile sono stati rimossi al fine di ricostruire la struttura originaria.

Piazza Ponti

La piazza era anticamente chiamata Carrobio (o Carobbio), nome derivante dal latino quadrivium, cioè crocicchio, incrocio di strade. L’edificio moderno conserva la fisionomia dei portici che anticamente caratterizzavano la “casa Ponti”, in quanto dimora della storica famiglia gallaratese, della quale oggi la piazza porta il nome. I Ponti furono pionieri dell’industria tessile italiana e tra i più importanti benefattori della città di Gallarate, per il loro contributo essenziale nell’edificazione della nuova basilica, dell’ospedale civico e del cimitero monumentale di Gallarate, opere realizzate su disegno dell’architetto Camillo Boito. La chiesa di Sant’Antonio Abate, che si affaccia sulla piazza, è costruita sui resti di un antico oratorio quattrocentesco, al quale faceva capo una Confraternita il cui statuto risale addirittura al 1376; l’attuale edificio è frutto della ristrutturazione del secolo XVIII.

La tomba gallica di piazza Ponti

Nel 1949 è stata portata alla luce la più antica sepoltura del centro cittadino, rinvenuta durante lavori di manutenzione stradale a circa 70 cm di profondità. Si tratta di una tomba maschile in cassa di beole di grandi dimensioni, databile tra la fine del II secolo e il primo quarto del I secolo avanti Cristo, che conteneva una trentina di oggetti di epoca celtica, fra ceramiche e reperti in bronzo e ferro. Le ceramiche sono di produzione locale ad imitazione della ceramica campana: precisamente quattordici patere acrome, tra le quali si evidenzia una patera con iscrizione Kai in alfabeto leponzio, due patere a vernice nera di probabile produzione padana, una ciotola carenata di derivazione golasecchiana, due teglie con orlo scanalato, una olletta con ciotola-coperchio decorate con striature ondulate eseguite a pettine. Gli oggetti in bronzo sono una brocca in lamina a corpo biconico “tipo Gallarate”, una padella tipo Aylesford per la pratica di abluzioni con decorazioni zoomorfe ad orlo e manico e un anello porta-strigili con raffinata decorazione a testa d’anatra. Le antiche testimonianze riportano anche il rinvenimento di oggetti in ferro, oggi dispersi, quali una fibula a molla bilaterale, un rasoio con lama triangolare e uno strigile, che in questo contesto si colloca come simbolo di status. Come confermato dai più recenti studi, le caratteristiche del corredo attestano l’adesione ad un modello culturale di tradizione ellenistica, in cui è centrale la ritualità del banchetto, ma rielaborata in ambito territoriale, a conferma di una profonda integrazione della romanizzazione nel contesto locale celtico, che esprime l’importanza di questo ritrovamento nell’ambito dell’archeologia insubre.

La Crocetta 

La Crocetta è l’ultima testimonianza del feudalesimo a Gallarate. Venne eretta nel 1694 per volere del feudatario Cesare Visconti, per celebrare il conferimento della dignità nobiliare di Grandato di Spagna alla contea di Gallarate. È composta da un basamento in sasso dal quale si eleva un’agile colonna, terminante con un capitello che regge una doppia immagine della Vergine Madre sormontata da una croce in ferro. Il basamento recava due iscrizioni, ormai cancellate dal trascorrere del tempo. L’immagine della Madonna è posizionata sopra una corona comitale, a sua volta collocata sopra uno scudo con iscrizioni. L’immagine riproduce la “Effige della Nostra Signora del Pilar”, che risale alla tradizione della Vergine con il Bambino venerata a Saragozza, nel santuario di Nuestra Señora del Pilar, fondato nel 1686. La raffigurazione è identica per entrambi i lati, mentre è differente la scritta presente sugli scudi. La croce in ferro in stile secentesco che si trova al culmine ha determinato il nome popolare di “Crocetta”, utilizzato dai gallaratesi per identificare il monumento, che in origine era collocato al centro della piazza.

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