Giordano: «Congressi e nuovi circoli. Così Fratelli d’Italia sarà più forte anche a Varese»

Salvatore Giordano, capogruppo di Fratelli d'Italia

VARESE – «Se il partito non si organizza anche a livello territoriale non riusciremo a stare al passo con la crescita percentuale registrata a livello nazionale. Aprire nuovi circoli, rivitalizzare quello di Varese e mettere nelle condizioni di lavorare e fare iniziative chi si è avvicinato a Fratelli d’Italia e non trova punti di riferimento sul piano locale». Chi parla è Salvatore Giordano, figura storica della destra varesina, voce a volte critica, vice commissario del circolo varesino, capogruppo in consiglio e membro del direttivo provinciale.

Giordano è tipo che non ha peli sulla lingua (si veda il duro confronto con Daniela Santanché nell’aprile 2022 ndr), tanto che se deve muovere una critica ci mette la faccia. Ed è persona fedele alle sue idee e al partito: «Dico ciò che non va per costruire, non per demolire. Però è venuto il momento di cambiare passo. E ben vengano i congressi: prima il provinciale tra qualche settimana e poi quelli dei circoli cittadini o di zona».

Giordano, superate le tensioni elettorali e i pasticci in avvio del secondo mandato Galimberti, la “vita” da consigliere d’opposizione non offre grandi occasioni per brillare, non crede?
«Diciamo che questa amministrazione concede pochi spazi di dialogo e coinvolgimento. In passato ho fatto l’assessore e il mio modo di agire era diverso. Io mettevo tutti attorno a un tavolo per ascoltare idee, progetti e suggerimenti. Questi non ne vogliono sapere. Un esempio? Il recupero dell’ex Aermacchi. Hanno perso un’occasione per condividere un percorso con il consiglio e con la città. Risultato? Varese avrà un supermercato in più. Non credo che i commercianti siano molto contenti di questo».

Non le pare strano che Fratelli d’Italia abbia fatto bene ovunque, governa a Busto e Gallarate mentre a Varese ha due soli consiglieri in opposizione?
«Non è strano, è solo la conseguenza di un’organizzazione che ancora manca e che, con la crescita esponenziale del partito, grava maggiormente sullo sviluppo territoriale. Però anche Fratelli d’Italia sta entrando nella stagione dei congressi. Il provinciale dovrebbe essere convocato prima di Natale e poi tutti gli altri a scendere. Passaggio necessario per impostare un processo organizzativo che fino a ora è mancato».

Colpa della disorganizzazione o dei litigi interni? Cioè non possiamo negare che ci avete messo anche del vostro alle ultime amministrative nel capoluogo, non crede?
«Diciamo che qualcuno ha visto il partito come un’immensa prateria da conquistare e non ha considerato che c’erano anche coloro che da anni lavoravano e tiravano la “carretta”. Ma queste sono state questioni politiche e mai personali. Ora è anche acqua passata».

L’anno prossimo, oltre alle Europee, nella nostra provincia, ben 84 Comuni vanno a elezioni. Il partito della Meloni vola, ma non è scontato che a livello locale faccia man bassa di consensi poiché manca quella che si può definire “classe dirigente”. Conviene anche lei?
«Certo. E questo è dimostrato dal fatto che le percentuali nazionali non sono in linea con quelle territoriali. Il nostro partito al momento va bene quando bisogna eleggere i ruoli apicali: elezioni politiche e regionali. Sulle amministrative però la storia cambia. A Varese, tornando alla domanda precedente, non eravamo pronti. Non dovrà più succedere».

Come colmare questo gap?
«Così come siamo messi non siamo pronti per affrontare la sfida. Dobbiamo colmare il divario organizzativo interno tra i vertici e i livelli territoriali. Oggi, abbiamo militanti che non hanno un punto di riferimento vicino alle loro realtà».

Possibile?
«Può sembrare il contrario se si guardano i numeri nazionali. Invece occorre permettere a chi crede nella linea politica di Giorgia Meloni di lavorare. E questo lo si può fare aprendo nuovi circoli, ovvero l’ultimo anello della filiera se parti dall’alto, ma il primo (e fondamentale) se vuoi fare politica sul territorio».

Si dice che al tavolo provinciale alzerete, e di tanto, la posta. In alcuni Comuni al voto viene già dato per scontato che il candidato sindaco sarà di Fratelli d’Italia. Ma la domanda è: i numeri li avete, ma le persone?
«Credo che siamo più o meno nelle stesse condizioni della Lega della prima ora. Anche loro si trovavano davanti a una crescita di consensi e alla carenza di uomini da mettere nei ruoli strategici. Superate quelle difficoltà, il Carroccio ha costruito una classe politica che ha governato per vent’anni e in molti casi continua a farlo».

Quindi?
«Quindi dico che occorrerà fare un ragionamento di coalizione in quanto ci sono anche i nostri alleati. E’ chiaro che avremo candidati sindaci di Fratelli d’Italia, ma anche candidati sindaci che pur non avendo lo stemma del partito, hanno sicuramente simpatia per Giorgia Meloni. E su questo mi sento di dire che non saranno pochi».

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