La ricerca sul cancro entra a scuola con il professore Mattevi al “Torno” di Castano

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CASTANO PRIMO – In occasione della campagna nazionale “I giorni della ricerca”, l’Airc-Associazione italiana per la ricerca sul cancro torna fra i banchi di più di 90 scuole di I e II grado. Obiettivi: presentare un ricercatore, la sua esperienza professionale e personale di vita, e avvicinare i giovani alla bellezza della scienza, facendo loro scoprire le nuove frontiere della ricerca sui tumori.

All’istituto “Giuseppe Torno” di Castano Primo martedì scorso, 7 novembre, gli studenti e i docenti di classe terza degli indirizzi Biotecnologie sanitarie e Biotecnologie ambientali hanno potuto conoscere da vicino Andrea Mattevi, professore ordinario di Biologia molecolare all’Università di Pavia e volto noto dell’Airc (nelle foto).

Perché è così difficile sconfiggere i tumori

Da anni, Mattevi si occupa di determinare la struttura molecolare delle proteine NADPH ossidasi, coinvolte nei processi di infiammazione messi in atto dai tumori, allo scopo di progettare nuovi farmaci capaci di modularne il funzionamento. In modo semplice e chiaro, pur senza rinunciare alla terminologia specifica e alle categorie concettuali che contraddistinguono le scienze biologiche e con cui gli studenti dei due indirizzi stanno familiarizzando, Mattevi ha spiegato ai ragazzi che il cancro non è un’entità precisa, ma un modo per definire una serie di malattie anche molto diverse fra loro per origine, decorso e tipo di trattamento, anche se accomunate da alcune proprietà.

Ha poi sottolineato il concetto di “evoluzione clonale”, arduo campo di battaglia dei ricercatori. I tumori nascono da un’unica cellula che poi, in modo incontrollato si divide e prolifera. Le cellule tumorali, dunque, sono cloni della cellula di partenza. Il vero problema, tuttavia, è che non solo le cellule seguitano a proliferare, ma che, in quanto malate, sono instabili nel loro genoma e, dunque, soggette a continue mutazioni. Se fossero tutte uguali, il sistema immunitario le riconoscerebbe, ma poiché mutano, non vengono intercettate e, di conseguenza, resistono anche alle terapie. Questa è la vera sfida dei ricercatori impegnati a rendere sempre più curabili le malattie oncologiche.

Progetto educativo-didattico sulla prevenzione

Di particolare efficacia comunicativa la similitudine impiegata dal professore, da più di vent’anni impegnato nella lotta contro i tumori, per alludere al proprio impegno scientifico. «Il ricercatore – ha affermato Mattevi – è come uno staffettista: ha preso il testimone da chi lo ha preceduto e corre, determinato e concentrato, la propria frazione, per poi passarlo a chi sarà pronto a raccoglierlo e a dargli il cambio».

Grazie alla professoressa Mariacarla Zoia, che dallo scorso anno scolastico ha aperto le porte del “Torno” all’Airc e alle sue fondamentali campagne di prevenzione, e al professore Matteo Chiodini, gli studenti delle classi 3.a C Bta, 3.a B e 3.a D Bts sono impegnati in un progetto educativo-didattico di ampio respiro che, ad attività svolte in aula e nei laboratori di biologia dell’istituto, affianca interventi di relatori esperti di alto livello. Finalità del progetto: sensibilizzare gli studenti in ordine al valore della ricerca scientifica e alla problematica dei finanziamenti, ma anche promuovere comportamenti di cittadinanza attiva e stili di vita sani, essenziali per prevenire l’insorgenza di malattie oncologiche.

Il prossimo appuntamento è previsto per lunedì 11 dicembre quando Marta Ponciroli, medico di medicina generale, affronterà il tema della prevenzione primaria dei tumori e delle malattie cardiovascolari.

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