Giro, Rubio vince il semi tappone di Crans Montana. Domani arrivo a Cassano

ciclismo giro rubio

CRANS MONTANA – Doveva essere il tappone della Cima Coppi, è stato il semi-tappone del canton Vallese: la 13^ frazione del 106° Giro d’Italia parla ispanico, con Einer Rubio (Movistar) a vincere e sfruttare le scaramucce di Thibaut Pinot (Groupama FDJ) e Jefferson Cepeda (EF) rispettivamente secondo e terzo dopo aver bisticciato a lungo tra cambi non dati e scattini continui.

Geraint Thomas (Ineos) mantiene la maglia rosa, Joao Almeida (UAE) resta in bianco, Jonathan Milan (Bahrain Victorious) conserva la ciclamino e in tal senso sarà agevolato dal forfait di stamattina causa bronchite di Mads Pedersen. Cambia invece il detentore della maglia azzurra: non la migliore giornata per Davide Bais (in generale, giornata di lutto per la Eolo Kometa per la scomparsa di Arturo Gravalos: al team di Basso, Spada e Contador il cordoglio della redazione) e Thibaut Pinot approfitta per issarsi nuovamente in cima alla graduatoria degli scalatori.

LA CRONACA

Dopo le vicissitudini della mattina e la simbolica partenza fittizia causa maltempo a Borgofranco d’Ivrea, la carovana si è spostata direttamente in Svizzera per partire alle ore 15 a Le Chable: 75 chilometri di prima categoria, affrontati da 135 corridori dato il ritiro di Pedersen. La tappa è stata di fatto accorciata.

Il nuovo km 0 corrispondeva esattamente all’attacco dei 15km al 9% della Croix de Coeur. Cosa potrà mai succedere se, come primissimo atto di una brevissima tappa, fai affrontare una delle salite regine della corsa? Si mena come matti (perdonateci il colloquialismo) fin dal primo metro e si fa tremenda selezione! Dopo nemmeno un paio di chilometri Cepeda si è avvantaggiato e si è tirato dietro una decina di colleghi: tra loro però c’era un uomo classifica come Hugh Carthy e il gruppo si è speso (e decimato) per riassorbire. È ripartito un drappello al km 9, quasi tutti già facenti parti del tentativo precedente, e stavolta era l’azione giusta: lo stesso Jefferson Cepeda (EF), Einer Rubio (Movistar), Valentin Paret-Peintre (Ag2r Citroen), Derek Gee e Matthew Riccitello (Israel Premier Tech), Thibaut Pinot e Bruno Armirail (Groupama FDJ).

Di costoro, Armirail ha avuto una funzione di mero traino per Pinot e si è subito defilato. Analogo discorso per il giovane Riccitello, che ha ben presto lasciato il compagno Gee lì davanti. Pure Paret-Peintre ha ceduto un po’ il passo, ma nella tortuosissima picchiata post-scollinamento è poi rientrato brillantemente ricostituitendo una fuga a cinque.

Contestualmente, il gruppo si riduceva rapidamente a una trentina di unità ed esprimeva un verdetto: dopo la caduta di ieri di Jack Haig, è Damiano Caruso il leader della Bahrain Victorious. E mentre Primoz Roglic rimaneva con tre gregari, la maglia rosa Geraint Thomas ne aveva “solo” due (De Plus e Arensman) poiché Sivakov pagava la caduta dell’altroieri (quella che aveva indotto al ritiro Geoghegan Hart e Covi) sganciandosi in coda.

Con un margine di tre minuti, i battistrada intraprendevano la scalata finale da 13 chilometri con arrivo in salita a Crans Montana. Prevedibilmente, Paret-Peintre si è defilato in via definitiva lasciando in quattro a giocarsi la vittoria negli ultimi nove chilometri. Anzi tre, dato che Gee ha mollato anche lui ben presto. Gli otto chilometri conclusivi hanno vissuto un copione curioso: Pinot nervoso con Cepeda per i cambi non dati dall’ecuadoriano, continue accelerate sul filo della polemica, mentre appena alle loro spalle Rubio faceva uno strano elastico, col senno di poi rilevatosi alquanto astuto.

Ai -6, intanto, dal gruppo evadevano prima Lorenzo Fortunato dopodiché Hugh Carthy. L’emiliano poi si è rialzato, il capitano della EF ha invece finalizzato la propria accelerazione ma ha rosicchiato solo 6 secondi ai big. Tentativo pure di Caruso ai -2, ben riassorbito.

Flamme rouge a tre, dunque. Cepeda, primo promotore delle azioni di giornata, ha lanciato la volata lunga, ma a sorpresa è uscito allo scoperto Rubio, che si è guadagnato la seconda vittoria in stagione dopo il guizzo di Jebel Jais all’UAE Tour, nonché seconda vittoria da professionista al quarto anno nel World Tour. Primo guizzo per la Movistar in questo Giro.

Pinot sarebbe stato il più veloce, ma si era sforzato troppo a tentare di staccare Cepeda sulle asperità che portavano al traguardo e si è dovuto accontentare sella seconda piazza, ma non solo: l’esperto francese, all’ultimo anno di carriera, si è ripreso quella maglia azzurra che Bais gli aveva strappato sul Gran Sasso. Ed è entrato in top-10 nella generale, approfittando anche di un momento di difficoltà di Aurelien Paret-Peintre sul finale.

Domani si spera di tornare alla normalità, con la Sierre-Cassano Magnago da 194 chilometri.

Articolo a cura di Tuttobiciweb.it

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