Il caffè, le Blue Bells e Venezia

caffè pellerin

di Ivanoe Pellerin*

Cari amici vicini e lontani, forse già sapete che alcune sere fa è stato inaugurato il primo negozio  italiano di Starbucks, in pieno centro a Milano, in piazza Cordusio, nell’ex palazzo delle poste. Se pensate ad un bar qualunque siete in errore. É il secondo più grande al mondo dopo quello di Shanghai in Cina poiché si sviluppa su 2.300 mq. Fino a qui nulla di eccezionale a parte la  ristrutturazione dell’ambiente che ha cercato di preservare gli elementi storici del palazzo usando il  marmo palladiano per il pavimento, il metallo per i lampioni ed il legno, uso antico, per tutto il resto. Cinquecento invitati per l’inaugurazione, i soliti artisti, personalità politiche e cittadine ed  alcuni del “bel mondo” e … un imprevisto temporale.

Volete provare il brivido ed assaggiare una tazzina della magica bevanda in questo ambiente da sogno? Ebbene l’espresso costa € 1.80 ed il cappuccino € 4.50. Mah! Sapete i tempi sono duri per tutti. Consoliamoci sapendo che questa impresa darà lavoro ad un sacco di gente. Ed un buon caffè non si nega a nessuno perché questa bevanda straordinaria non solo è legata alle nostre abitudini maanche alla nostra storia.

Ma quanti di noi sanno da dove viene, dove è nato il caffè? La maggior parte ad una domanda in tal proposito risponderebbe in Sud America o nel Nuovo Mondo o non so dove. Me lo sono sentito  chiedere molte, molte volte. Ebbene il caffè appare la prima volta nella regione meridionale dell’Etiopia qualche secolo prima dell’anno mille. Alcuni identificano persino l’anno, intorno all’850 ed ha percorso un lungo viaggio ed ha impiegato molti secoli per conquistare il mondo. Molte sono le leggende che narrano la sua nascita nel paese delle Mille e una Notte. Quella che a me piace di più è la seguente.

Un eremita noto per la sua saggezza e integrità viveva in una spelonca sull’altipiano abissino. Il poverino soffriva di insonnia e la faccenda lo disturbava alquanto. In una notte di luna piena nel suo vagabondare insonne vide delle caprette (le traduzioni qui divergono; alcuni parlano appunto di capre altri di cammelli; io sceglierei questi ultimi per i motivi che vi esporrò.) che, dopo aver brucato dei piccoli frutti rossi da un grosso arbusto rigoglioso dalla forma “a pallone”, si misero a saltare e a ballare piene di energia come le famose Blue Bells. Ma ve le immaginate tutte in fila che saltano e sgambettano con al collo un bel fiocco rosso e blu? Una fila dopo l’altra, una schiera dopo l’altra. Ecco perché preferisco immaginare i cammelli. Pensate che spettacolo! Straordinario!

Tant’è. Sorpreso e incuriosito raccolse queste bacche e le portò nel suo antro. Poiché erano troppo amare, le arrostì e ne fece un decotto che bevve. Subito la stanchezza passò, si senti pieno di vigore e di voglia di fare. Un vecchio pellegrino infiacchito e ammalato che passava da quelle parti bevve la pozione nera e fumante e presto guarito e imbaldanzito riprese il suo cammino. Le prove si moltiplicarono. Quando i medici scoprirono le virtù mirabolanti del caffè venne usato per curare la gotta, i calcoli renali e la tosse e molto altro.

Avicenna (980-1037) ne consiglia l’uso nel suo Canone della Medicina. Intorno al XV secolo la marineria della repubblica veneziana iniziò a trasportarlo in ogni dove insieme ad altre spezie prestigiose e generi di conforto. Sono dunque le spezierie a Venezia, a Parigi e altrove che cominciano a divulgare l’uso della magica bevanda. Trasformate nei caffè simili a quelli che noi conosciamo, l’uso dell’infuso straordinario entra nel quotidiano. Intellettuali, studenti, viaggiatori e narratori di storie mirabolanti si riuniscono, discutono, discettano e bevono il caffè.

Entrato nella nostra storia, è diventato per molti un compagno di vita. ​Dovete sapere che il caffè piace al mondo tanto che sono 400 mld le tazzine bevute in un anno. Quindi dopo il petrolio è il liquido più consumato sul nostro pianeta. A Milano le tazzine consumate in un giorno, tra caffè e cappuccini, sono oltre 700.000  (dati Enpam).
Il caffè è stato valutato in moltissime sperimentazioni ed è risultato innocuo. Occorre però  sottolineare che coloro che hanno problemi neurologici, gastroenterici o cardiocircolatori debbano osservare particolari cautele.

Ebbene amici miei, lo si sa da secoli che il mondo è diviso in due categorie: i bevitori di caffè e i bevitori di thè. Io appartengo alla prima e sono d’accordo con Michelet che difende “questo sobrio liquore, potentemente cerebrale, che fa aumentare la nettezza e  la lucidità, questo caffè che dal reale ben visto fa sorgere la scintilla e il fulmine della verità”.

*già direttore dell’Unità Operativa Complessa di Cure Palliative e Terapia del Dolore dell’ospedale di Legnano

 

Caffè pellerin – MALPENSA24