Il confine tra lecito e illecito in politica

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di Raffaele Cattaneo*

Due parole sulla vicenda Toti, che mi ha suscitato qualche riflessione.

Da un lato la magistratura colpisce per l’ennesima volta a ridosso di una competizione elettorale, è avvenuto l’altro giorno per Giovanni Toti come precedentemente per il Governatore della Puglia Michele Emiliano. Dall’altro per quel che si può capire dalle notizie pubblicate dalla stampa, mi sorge il dubbio su quale sia il confine fra le normali e lecite richieste di attività date dal consenso, che un politico ha per definizione, e ciò che i magistrati definiscono la “svendita della funzione pubblica per interessi illeciti e privati”.

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Raffaele Cattaneo

È su questo punto che bisognerà fare chiarezza. Se da un lato è evidente che chi ricopre un ruolo istituzionale non può prestarsi a favoritismi, dall’altro non può essere tacciata di illegittimità qualunque azione riguardante interessi particolari, perché nell’azione amministrativa qualsiasi decisione si prenda non potrà mai essere imparziale. Vi sono sempre interessi particolari che favoriscono una parte.

Trovo ragionevole una posizione di assoluto garantismo e grave e pericoloso per il confronto democratico, strumentalizzare la situazione, come stanno facendo alcuni partiti di opposizione, per esempio i 5 Stelle, al fine di lucrare un vantaggio elettorale.

*sottosegretario ai rapporti internazionali di Regione Lombardia

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