Il ministro va come un treno

lodi lollobrigida treno
Francesco Lollobrigida

di Massimo Lodi

Il giorno dopo le polemiche per aver fermato il Frecciarossa allo scopo di non disattendere un impegno istituzionale, il ministro della Sovranità alimentare insiste a difendere le sue ragioni. La sua ragione. Ovvero: ligio alle norme, che consentivano una tale richiesta, ha esercitato l’interesse nazionale. Perché era nel dovere dello Stato, cioè nell’obbligo assuntosi da Lollobrigida, presenziare alla manifestazione di solidarietà organizzata a Caivano.

Nota che non farebbe una grinza, se. Se (1) il ministro avesse scelto, come poteva, d’andare nel luogo dell’evento usando mezzi a disposizione del dicastero. Nessuno si sarebbe azzardato (si azzarderebbe) a contestargliene l’utilizzo, motivato da incombenza pubblica. Se (2) il ministro non avesse optato per un viaggio sul treno che qualunque cittadino prende, così da dimostrare vicinanza alla “gente comune”, e quindi compiendo un gesto popolare/populista. Se (3) il ministro, praticata l’ipotesi 2, non l’avesse d’un colpo rimossa preferendole in corsa la 1, a causa del ritardo accumulato dal Frecciarossa. Favorendo, sia pure spinto da un nobile proposito, il riaccendersi della critica verso i privilegi della nomenclatura; e provocando il rimbalzo del contropopulismo, arrivato a pretendere (ohilà) le dimissioni del protagonista di questo jellato viaggio.

lodi lollobrigida treno
Massimo Lodi

Il punto è -ricorda l’ex democristiano Marco Follini- che gl’investiti di ruoli apicali nella Repubblica sono tenuti a una speciale percezione dell’umore generale/prevalente. Devono comportarsi secondo le regole di correttezza, trasparenza, eccetera; e devono far sì che non vengano insidiate  da equivoci, malintesi, fraintendimenti. Al politico è richiesta una particolare dote. Il sociologo tedesco Max Weber la chiamò Beruf, mestiere/passione. Convinto dell’importanza d’un simile atout, ne scrisse un libro, spiegando la differenza tra il vivere “di” politica e il vivere “per” la politica, concetto che poi ebbe difficoltà a essere compreso e attuato. In omaggio non sempre al calcolo: talvolta all’ingenuità. Ma l’ingenuità in politica è peggio d’un errore: è un delitto. Cui segue, oggi più di ieri, il castigo mediatico.

lodi lollobrigida treno – MALPENSA24