Il programma di Antonelli: «Busto, adesso o mai più». Le minoranze in ordine sparso

BUSTO ARSIZIO – Sulle linee programmatiche di mandato del sindaco si accende lo scontro politico. «Ambizioso e concreto, non è un libro dei sogni – assicura Antonelli – con il Pnrr siamo ad un bivio per il rilancio della città, adesso o mai più». La maggioranza lo sostiene compatta, anche se Matteo Sabba non rinuncia ad un distinguo sul tema del nuovo ospedale, mentre le minoranze si presentano al voto con sfumature diverse: Busto al Centro parte all’attacco, con un intervento duro e di sostanza che sottolinea «le dimenticanze» del discorso di Antonelli, il PD e Progetto in Comune si soffermano soprattutto sulla necessità di «discontinuità sulla disponibilità all’ascolto e al confronto» da parte della maggioranza più che sui contenuti specifici, con Santo Cascio che alla fine si esprime a favore, mentre l’ex sindaco Gigi Farioli (rimasto per il momento da solo in aula per gli infortuni capitati ai suoi due consiglieri Giuseppe Ferrario e Giusy Lanza) apre in modo più accentuato con un voto di astensione.

Solo apparentemente come a Varese, dove l’opposizione è già in frantumi ma dovrebbe essere un’unica coalizione, mentre invece a Busto i gruppi di minoranza sono quattro, come le posizioni espresse ieri sera, 20 dicembre, sul programma del sindaco. Che arriva anche quest’anno a brindare e mangiare il proverbiale panettone, come fa dal 2016.

La carezza a Barcucci

L’ultimo consiglio comunale del 2021 è dedicato in particolare all’approvazione delle linee programmatiche di mandato del sindaco Antonelli. Dopo aver speso alcune parole per il responsabile dei Verdi Andrea Barcucci, venuto a mancare nei giorni scorsi – «da sempre un ottimo avversario politico – lo ricorda il primo cittadino – sosteneva le sue idee fino in fondo senza mai eccedere, un signore. Spero che lassù possa trovare tanti campi verdi e tanti alberi, e se non lo dovesse trovare che possa continuare a lottare con il suo stile inconfondibile» – il sindaco dedica mezz’ora all’illustrazione della visione e dei progetti per il suo secondo quinquennio alla guida di palazzo Gilardoni.

Il programma

Dall’importanza decisiva del PNRR, a cui «stiamo già dietro», e della rigenerazione urbana fino alla ritrovata centralità dei quartieri, per i quali «verranno individuati i referenti, dopo un confronto con coloro che si impegnano in modo singolo o associato». Dalla promessa della «riduzione della pressione fiscale – afferma Antonelli – ci vogliamo veramente arrivare» fino all’inclusione sociale, con proposte come «kit neonati e voucher annuale per ogni nuovo nato fino al terzo anno d’età, da spendere all’interno del territorio comunale», disability manager e «un accresciuto numero di alloggi di edilizia residenziale pubblica». In sintesi, spiega il sindaco, «un ambizioso ma concreto programma», che «non è un libro dei sogni ma quanto vorremmo realizzare con il coinvolgimento attivo e propositivo di maggioranza e opposizione. Abbiamo già iniziato a fare dei tavoli per trovare vie unitarie su temi divisivi. Proveremo a fare di più con l’aiuto di tutti voi e di chi lavora nel comune e nelle partecipate». Una sfida che richiederà «uno sforzo sovrumano. Saranno cinque anni durissimi, verrebbe da dire adesso o mai più – chiosa Antonelli – siamo a un bivio e a noi piace scegliere una strada sicura e giusta. Noi ci siamo».

Le reazioni

Dal PD e da Progetto in Comune arriva un appello ad un cambio di stile dei rapporti con le minoranze. Lo invoca Santo Cascio: «Coltivi questo atteggiamento di apertura, lei non lo mantiene spesso. Per avvicinare le persone dobbiamo fare buona politica». Lo ribadisce Cinzia Berutti, reclamando «discontinuità nella possibilità di effettuare un dibattito franco e aperto all’ascolto delle reciproche posizioni, più disponibile al reciproco ascolto». Il capogruppo Dem Maurizio Maggioni apprezza i concetti di «ambizione e concretezza, è la nostra linea», ma chiede «più essenzialità, sugli obiettivi da raggiungere» e sottolinea alcuni vuoti, «di Neutalia ad esempio non si è parlato più». E se il capogruppo di Popolo Riforme e Libertà Gigi Farioli apre uno spiraglio, «da liberale aperto al confronto», verso un voto di astensione (pur facendo scintille con il segretario generale sul testo della delibera originaria, che “prendeva atto” invece di “approvare” le linee programmatiche), il più duro e netto è Gianluca Castiglioni (BaC).

Castiglioni denuncia le «dimenticanze»

Che fa l’elenco delle «dimenticanze» del sindaco: «Non ha detto nulla sul centro cittadino che non va demonizzato rispetto ai quartieri, né sul fatto che non è competitivo, attrattivo e vivibile. Nulla sull’economia e sulla pioggia di supermercati che impattano sul commercio di vicinato. Nulla sulle questioni finanziarie latenti, come i derivati, con abnormi costi legali, e la causa Coop, che potrebbero mettere a repentaglio alcune linee di indirizzo della giunta. Nulla sull’illuminazione ferma al palo e sul tragico errore della rigenerazione urbana all’ex Borri, mentre i referenti dei quartieri individuati tra gli amici degli amici non risolvono i problemi, e non si può dire di essere vicini alla popolazione quando poi la proposta di una consulta (sulla sanità, ndr) praticamente è stata definita una perdita di tempo».

Il distinguo di Sabba sull’ospedale

La maggioranza è, ancora una volta, granitica al voto. I capigruppo di Lega (Alessandro Albani) e Fratelli d’Italia (Luca Folegani) sottolineano la «continuità all’amministrazione del fare», mentre quello di Forza Italia Orazio Tallarida butta la sfida dall’altra parte del campo, invitando a non bocciare la delibera: «Dimostrate con i fatti la collaborazione che avete tanto decantato». Ma ci sono anche le prime sferzate: «Bellissimo intervento, non si può votare contro a certe linee programmatiche – ammette Matteo Sabba (Lista civica per Antonelli sindaco) – i cittadini si aspettano cose concrete, non castelli per aria. Bisogna avere attenzione per la viabilità e per il centro, combattere il degrado, ascoltare i cittadini e monitorare le questioni sociali, visto che nei prossimi mesi scoppierà l’emergenza abitativa e ci sarà la fine delle Naspi». E  sul tema della sanità e dell’ospedale unico, l’ex presidente del DUC, critico nei confronti della nuova struttura che sorgerà a Beata Giuliana, promette: «Saremo guardiani degli interessi dei nostri concittadini, virgola dopo virgola».

Laura Rogora presidente del consiglio a Busto. Prime scintille con le opposizioni

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