Il ritorno di Audio Porfidio a Busto: «I topi ballano. Ma adesso il gatto è tornato»

BUSTO ARSIZIO – «Quando il gatto non c’è i topi ballano. Ma adesso il gatto è tornato». Da Stanghella, in provincia di Padova, dove si è trasferito da poco più di un anno, l’ex consigliere comunale Audio Porfidio si riaffaccia a Busto Arsizio, dalla sede del suo movimento “La Voce della Città”, per tornare ad alzare la voce contro l’amministrazione comunale, dopo aver sollevato il caso delle multe di via Roma. «Ho fatto 300 e passa chilometri per tornare a Busto a difendere la città che mi sta a cuore» rivela Porfidio.

Gatto e topo

E se l’ultima volta che si era candidato per il consiglio comunale, nella lista di Busto al Centro, aveva sfoderato la massima di Confucio «non importa il colore del gatto, basta che acchiappi il topo», stavolta, pur rimanendo nel rapporto tra felini e roditori, si affida alla saggezza popolare, per far notare che «quando il gatto non c’è, i topi ballano». Il riferimento è sempre al caso delle sanzioni ai disabili con contrassegno che transitano sotto la telecamera della ZTL di via Roma. «Lo fanno per raccattare i soldi e colpire la gente in buona fede – tuona Audio Porfidio – multe come a mia figlia sono arrivate a tanti cittadini che non sanno come difendersi. Dal Comune dicono solo di leggere il cartello. Ma dimenticano una sentenza della Cassazione».

Il caso delle multe

La vicenda è nota. Storica battaglia de La Voce della Città, terminata nel 2017 con una sentenza che «afferma che l’ingresso del disabile in ZTL non è illegittimo, neppure se non viene fatta comunicazione nelle 48 ore successive». E allora per Porfidio «Busto è amministrata da soggetti che non conoscono la normativa e vessano i propri cittadini», in quanto «procede alla notifica di contravvenzioni e all’intimazione di pagamento di somma nonostante la conoscenza della loro illegittimità». Rilanciando la questione della “piattaforma nazionale” dei contrassegni disabili: «A Padova passo sotto le telecamere, ma siccome sono collegati alla piattaforma, non mi arriva nessuna multa – tuona l’ex consigliere – a Busto però si sono aumentati lo stipendio invece di spendere i soldi per dare alla Polizia locale l’accesso alla piattaforma».

«Il gatto è tornato»

Ora però «il gatto è tornato». E Audio Porfidio parla di se stesso, convinto a non mollare la presa. Anche se le multe prese da sua figlia in via Roma sono state annullate in autotutela. «Le hanno imbucato una lettera per annunciarlo, senza che avesse fatto ricorso» rivela Porfidio. Che però non si accontenta, anzi: «Quando vedo che se ne approfittano dei disabili, gente indifesa, non ci sto – aggiunge – non so se annulleranno tutte le multe, ma basterebbe incrociare i dati per evitare diffide di pagamento ai malcapitati». Della questione si parlerà anche giovedì sera, 23 febbraio, in commissione lavori pubblici dove c’è all’ordine del giorno la mozione presentata da Emanuele Fiore.

«Busto? Sempre peggio»

E vedendo la “sua” Busto, dove ha vissuto per più di cinquant’anni, Audio Porfidio ribadisce che gli piange il cuore: «Peggio di così non la potevo trovare – sostiene – ora è un degrado unico, che non si può vedere, con quelle luci nuove che sembrano quelle del cimitero, con tutti il rispetto per i defunti. Ma chi viene ad abitare a Busto? C’è da vergognarsi: una città di 83mila abitanti che mi ha dato tanto, mi ha accolto, mi ha accettato quando non ero nessuno, e mi ha consentito di fare la mia carriera di assicuratore. Ero felice di aver dato a Busto le mie aiuole e i miei monumenti, ora però a Stanghella i servizi funzionano e in Comune mi ascoltano».

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