Varese è 62esima in Italia per performance ambientali. Milano fa meglio

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VARESE – Una Lombardia divisa tra buone pratiche – una su tutte la raccolta differenziata – che migliorano di anno in anno e problemi cronici – uno su tutti l’inquinamento atmosferico – che invece continuano a non trovare soluzione. È questa la fotografia della nostra regione che emerge da Ecosistema Urbano 2020, il report annuale sulle performance ambientali dei capoluoghi italiani stilato da Legambiente in collaborazione con Ambiente Italia e Il Sole 24 Ore. Varese si posiziona 62esima in classifica.

La classifica lombarda

Nel rapporto vengono presi in considerazione diversi indicatori: aria, acque, rifiuti, mobilità, ambiente urbano, energia. I parametri derivano tutti da dati originali raccolti da Legambiente, eccezion fatta per uso efficiente del suolo (elaborazione Legambiente su dati Ispra e Istat), capacità di depurazione e verde (Istat), tasso di motorizzazione e incidenti stradali (ACI e ACI-Istat). L’insieme degli indicatori selezionati per la graduatoria complessiva dei 104 capoluoghi esaminati nel report copre i principali componenti ambientali presenti in una città, valutando tanto i fattori di pressione e la qualità delle componenti ambientali, quanto la capacità di risposta e di gestione ambientale.
La classifica generale vede le città lombarde così posizionate: Mantova 2a, Cremona 13esima, Sondrio 18esima, Lodi 25esima, Milano 29esima, Bergamo 30esima, Brescia 34esima, Como 37esima, Pavia 53esima, Varese 62esima, Lecco 63esima, Monza 85esima.

Il caso Milano

Per quanto riguarda il confronto tra le grandi città italiane, Milano – ,29esima nella classifica assoluta – conferma il suo distacco rispetto a Roma (89esima), Torino (80esima) e Napoli (90esima). Come sottolineato dal rapporto, «la metropoli lombarda è quella che più di tutte negli ultimi anni ha tentato di spostare sempre più su l’asticella della vivibilità urbana riuscendo a rendere stabili alcuni cambiamenti. Questo andamento, oltre che dai buoni esempi di progettualità sottolineati dalle buone pratiche, lo si vede anche dai numeri. Dati che evidenziano, ad esempio, la scelta di promuovere sempre più un sistema di mobilità condivisa e integrata con il servizio di trasporto pubblico, limitando fortemente il traffico privato in centro. Cresce costantemente lo spazio dedicato a pedoni e ciclisti, aumentano i servizi in sharing (bici, auto, monopattini) e sono ormai stabili i passeggeri trasportati dal servizio di TPL (il capoluogo meneghino è secondo solo al caso particolare di Venezia, con 468 viaggi per abitanti all’anno). Milano è l’unica grande città ad avere una rete idrica che perde molto meno del 25% dell’acqua immessa in rete: quarta assoluta con appena il 13,7% di perdite (era 15,2% lo scorso anno); è la città che ha invertito la proporzione tra suolo impermeabilizzato o costruito e crescita di abitanti residenti: è prima nell’indice del consumo di suolo ed è l’unica a totalizzare 10/10, come già lo scorso anno». Proprio il dato sullo stop al consumo di suolo è di particolare rilevanza considerato che Milano è la città che sta crescendo di più in parametri demografici, sia in valore assoluto che in termini relativi, oltre che in dotazioni di infrastrutture e servizi.

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