Incendi e alluvioni: il “caso da manuale” del Campo dei Fiori fa scuola in Regione

Parco Campo dei Fiori

MILANO – La problematica situazione del Campo dei Fiori, colpito negli ultimi anni da una serie di eventi calamitosi tra incendi, alluvioni e tempeste di vento, è stata al centro dei lavori degli Stati Generali della Rete Natura 2000 Lombardia, che si sono svolti oggi, venerdì 19 novembre, all’Auditorium Testori di Palazzo Lombardia a Milano. Quanto accaduto a Varese è stato definito come un “caso da manuale” degli effetti del cambiamento climatico. Per il futuro si vuole ragionare su un modello di gestione diverso. E ieri un incontro sul tema si è svolto anche a Luvinate.

Bellezza a rischio

L’appuntamento, che ha rappresentato anche una delle giornate di pre-forum del secondo Forum regionale per lo sviluppo sostenibile, è stato aperto dall’assessore regionale ad ambiente e clima Raffaele Cattaneo. «Se vogliamo che tra 30 anni la Lombardia sia ancora la regione leader del paese dobbiamo oggi imboccare con decisione la via della sostenibilità», ha sottolineato, prima di soffermarsi sul caso del Campo dei Fiori, in particolare sui danni della tempesta di vento dell’autunno 2020. «Il cambiamento climatico può mettere a rischio anche la bellezza del nostro territorio – ha detto – ricordo quando con il presidente del Parco siamo andati a vedere gli effetti della tempesta Alex che ha abbattuto centinaia e centinaia di piante perchè è entrato un vento dalla parte opposta da cui arriva di solito. La bellezza del Campo dei Fiori non era più la stessa con questo disastro a terra».

Parco Campo dei Fiori

Caso da manuale

Il dottore forestale Alessandro Nicoloso è quindi entrato nel dettaglio degli eventi che negli ultimi 4 anni hanno colpito la montagna di Varese. «Quello che è successo al Campo dei Fiori – ha esordito – è una situazione da manuale. Se ci poteva essere un esempio per raccontare quello che può innescare il cambiamento climatico il caso del Campo dei Fiori è clamoroso». Innanzitutto l’incendio del 2017, che ha avuto un’origine dolosa ma è capitato in un periodo anomalo come novembre, mentre nelle Prealpi solitamente questi episodi si verificano in inverno. A questo si sono susseguiti alcuni eventi molto intensi che costituiscono un segno dei cambiamenti climatici, come le alluvioni del 2020 che hanno visto forti precipitazioni concentrate in pochissime ore. È il caso di quanto avvenuto a Luvinate, con un evento che ha un tempo di ritorno stimato in 120 anni, che aumenta a 176 anni se si considera il dato della stazione non ufficiale del Centro Meteo Lombardo. Questo mentre a solo 4 km di distanza a Varese l’impatto dell’evento è stato molto più ridotto, con un tempo di ritorno di 2 anni. L’episodio è capitato in una zona particolarmente fragile a causa del passaggio dell’incendio, con i conseguenti danni portati dalle colate detritiche scese fino al paese.

Parco Campo dei Fiori

Un modello diverso per il futuro

Il presidente del Parco del Campo dei Fiori Giuseppe Barra ha parlato dei cambiamenti degli ultimi anni. «Questo è un territorio che fino a pochi anni fa eravamo ben contenti di gestire, essendo un patrimonio ben conservato. Oggi a distanza di 3 anni ci troviamo invece a doverci confrontare con una situazione assolutamente devastante dal punto di vista sia di quello che si vede sia del rischio per le popolazioni e per la perdità di biodiversità. È importante ora capire cosa dobbiamo mettere in campo in futuro». Azioni che non dovranno riguardare solo le aree colpite dagli eventi di maltempo, ma anche su tutto il resto del parco. «L’obiettivo vuole essere quello di ragionare su un modello nuovo di gestione di quel patrimonio che ad oggi non è ancora stato toccato ma che di fatto se lo lasciamo a se stesso sarà preda degli eventi effetto dei cambiamenti climatici». Diventa quindi fondamentale ripartire dal bosco e puntare su un modello diverso di gestione, che preveda oltre alla pianificazione anche delle azioni di intervento sul patrimonio a partire dalla gestione forestale. In tale ottica Barra ha citato l’esempio dell’Associazione fondiaria nata a Luvinate, che opera come mediazione tra gli interessi dei proprietari dei terreni e gli interessi collettivi di conservazione del territorio.

Parco Campo dei Fiori

Dopo l’incendio

Il docente dell’Università statale di Milano Giorgio Vacchiano ha invece toccato il tema del post incendio. «Non è stata uccisa la maggioranza degli alberi – ha spiegato – più di metà è rimasta viva. Quando la gran parte del fusto viene scottato dalla fiamma radente c’è una mortalità elevata, altrimenti ci può essere una maggior resistenza. Di quelli morti poco più della metà mostra ricacci: grazie alla capacità della latifoglie di ricacciare c’è una prima possibilità di ripresa immediata». Quindi uno sguardo verso la ricostituzione del bosco, con le azioni da mettere in atto per favorire questo processo. «Innanzitutto bisogna analizzare anche con moderni strumenti di remote sensing dove l’incendio ha avuto una severità maggiore. Quindi si possono incrociare queste informazioni con i servizi che ci aspettiamo dal bosco, come servizi di protezione e di ricreazione. Questo incrocio ci dirà quali sono le zone da interessare con interventi prioritari». Il professor Adriano Martinoli dell’Università dell’Insubria ha invece parlato di biodiversità. «Il Parco del Campo dei Fiori è un’area di interesse su cui elaborare e operare sulla tutela della biodiversità: le Prealpi sono un’area buffer, di confine, tra la pianura fortemente urbanizzata e un’area a forte naturalità. Di mezzo ci sono le aree prealpine in cui la commistione tra le attività umane e le attività di conservazione della natura assume un ruolo fondamentale».

Parco Campo dei Fiori

Esperti a Luvinate

Il tema del Campo dei Fiori non è stato solo al centro dell’incontro di Milano. Al caso specifico di Luvinate è stato infatti dedicato un summit scientifico che si è svolto ieri pomeriggio, 18 novembre, presso il Comune. Sul tavolo la questione del Tinella e le colate detritiche che si sono susseguite dal 2018 al 2021 dopo gli incendi del Campo dei Fiori dell’ottobre 2017. Hanno partecipato esponenti delle Università di Siena e Milano ed esperti dell’ente parco e dell’amministrazione. Il “caso Luvinate” è stato ritenuto interessante allo scopo di verificare pregi e difetti dei metodi applicati a livello scientifico, al fine di una valutazione in termini di pericolosità e rischio idrogeologico che può essere di supporto alla mitigazione degli effetti connessi a tali eventi. La situazione del torrente Tinella potrà essere inserita in altri progetti di ricerca in corso da parte del Laboratorio di Geomatica che riguardano gli Appennini. È stata anche l’occasione per analizzare una ricerca scientifica realizzata dal dottor Alessio Cislaghi, che ha evidenziato come la capacità di infiltrazione del suolo bruciato sia profondamente cambiata dall’incendio boschivo del 2017, diminuendo fino al 75%, e come si possa stimare un volume di piena circa 2 volte superiore rispetto alle condizioni pre-incendio.

Luvinate