«Incentivi per delocalizzare le imprese di spedizione da Linate a Malpensa»

Cargo Malpensa Wfs Italy

MALPENSA – Dalla delocalizzazione dei residenti dalle zone attorno a Malpensa alla delocalizzazione delle imprese di spedizione da Linate a Malpensa. «Occorre incentivare il trasferimento nell’area attorno a Malpensa delle imprese di spedizioni aeree. Oggi sono in gran parte localizzate nella zona di Linate». Lo chiede la presidente di Alsea, l’Associazione lombarda spedizionieri e autotrasportatori, Betty Schiavoni, in un contributo pubblicato sul numero di oggi, 2 luglio, del quotidiano Milano Finanza. Un’idea che – nel solco del dibattito sull’opportunità di istituire in brughiera una Zona economica speciale (ZES) o una Zona logistica semplificata (ZLS), di cui si è tornato a discutere dopo il lockdown – potrebbe prospettare nuove opportunità di rilancio per le aree delocalizzate attorno allo scalo e per le numerose aree dismesse presenti nei Comuni di sedime.

Delocalizzare a Malpensa

Tra gli spunti segnalati dalla presidente di Alsea per rilanciare la logistica dopo lo stallo dovuto all’emergenza Covid-19, ce n’è anche uno legato al futuro di Malpensa. E non potrebbe essere altrimenti, dato che è il primo scalo cargo italiano, dove transita più del 50% delle merci trasportate per via aerea in tutto il Paese. «Le imprese di spedizioni che consolidano le merci da spedire per via aerea sono tuttora localizzate intorno a Linate – sottolinea Betty Schiavoni (nella foto) – occorre incentivare il trasferimento di dette imprese nella zona di Malpensa, avendo ben chiaro che, allorché si decise di creare Malpensa 2000, vi fu una visione miope che non incentivò il trasferimento di dette imprese a Malpensa. Anzi, gli alti costi degli uffici ne disincentivarono il trasferimento».

Il paradosso infrastrutturale

Insomma, nonostante la crescita di Cargo City e un mercato del cargo aereo italiano che per il 50,6% passa da Malpensa, la zona dell’aeroporto non è ancora diventata quel distretto della logistica che potrebbe, e dovrebbe, essere. Anche per via di un problema infrastrutturale tuttora da risolvere, se è vero che per la numero uno di Alsea ancora oggi «raggiungere Malpensa è un’impresa». Ma di fatto è un cane che si morde la coda, visto che gli ingorghi sull’asse tra Malpensa e l’area metropolitana milanese sono appesantiti anche dai mezzi degli spedizionieri: «Questa spinta a localizzarsi intorno a Malpensa – scrive Betty Schiavoni su MF – consentirebbe di ridurre il traffico che da Segrate va verso l’aeroporto varesino tutti i giorni, togliendo migliaia di camion dalle strade tutte le settimane». Ecco perché «paradossalmente occorrerebbe regalare i magazzini intorno a Malpensa agli spedizionieri che decidessero di spostarsi in questo contesto».

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