La Fasc’inazione

lodi fascina parlamento
Marta Fascina in una delle rare volte che ha frequentato Montecitorio

di Massimo Lodi

Anche Paolo B. ha sollecitato Marta Fascina a frequentare il Parlamento. Votata dagl’italiani per partecipare all’attività legislativa, lei se n’è quasi sempre esentata prima della scomparsa di Silvio B. (99 per cento d’assenteismo), e sottratta in toto dopo il luttuoso evento (100 per cento d’assenteismo).

Al netto dell’inchino morale -nessuno giudica il suo dolore- e al netto dei meriti politici -nessuno giudica il perché d’una nomina in due legislature filate- resta il lordo d’un modus operandi inadeguato. Se accogli l’invito a candidarti, o lo desideri fino a ottenerlo, devi omaggiare la successiva designazione con disciplina e onore, come recita la bibbia laica dei servitori della Repubblica. Perché tale è l’opera di deputato, senatore e altri investiti di pubblico mandato: servire la comunità nazionale.

Difettando nel servirla, il prescelto (la prescelta) dal voto popolare non corrisponde al ruolo, alle aspettative, all’obbligo verso gli altri e verso sé stesso (sé stessa). Ne deriva la delusione di chi aveva creduto in un impegno fattivo; l’aumento di sfiducia/disistima verso l’organizzazione partitica; la spinta ulteriore all’astensionismo, la prossima volta che si verrà chiamati alle urne.

lodi fascina parlamento
Massimo Lodi

Sicché il caso Fascina varca i confini di Forza Italia, deborda nel territorio che è di tutti noi, e autorizza chiunque a esprimere una valutazione. Assolutamente ovvio. Le soluzioni al problema -trattasi d’un problema serio, mica d’una bizzarra impuntatura- sono due: 1) la parlamentare che non si fa mai vedere nell’emiciclo inizia a comportarsi come avrebbe sempre dovuto, e dà l’apporto previsto dalla sua carica alla democrazia del Paese; 2) in assenza della soluzione 1, il partito d’appartenenza l’incalza per ottenerne le dimissioni, avvicendandola sullo scranno di Montecitorio. O l’uno o l’altro gesto è imposto dall’etica della responsabilità; dal riguardo verso il proprio elettorato e quello altrui; dallo stipendio di onorevole, che le casse dello Stato pagano; dalla memoria del Cavaliere fondatore degli Azzurri, un uomo sempre definitosi del fare e non del contrario.

Sono osservazioni banali, ma proprio perciò sorprende che non le si traduca in determinazioni operative. Sarebbe un piccolo, e però importante gesto nella direzione di quella sintonia di massa così tanto sbandierata e così altrettanto disattesa. Nella nazione a traino sovranista, non può regnare sovrana l’indifferenza verso la massima espressione/rappresentanza del popolo. Il Parlamento è ciascuno di noi, e ciascuno di noi esige non che ogni suo componente elabori sentimenti privati, sia pure nobilissimi; ma che ogni suo componente lavori di gran lena, nel superiore interesse generale. Sta in questo la fascinazione per il sistema bicamerale da cui vennero presi i Costituenti. Non è la medesima Fasc’inazione, l’immobilismo istituzionale, proposta da un’inopinata attualità.

lodi fascina parlamento – MALPENSA24