La guerra e le cose dell’altro mondo

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Il patriarca di Mosca: "Guerra giusta perché contro a chi sostiene i gay"

Bisognerebbe essere degli esperti di geopolitica per analizzare e capire i motivi dell’invasione russa in Ucraina. Alcuni di loro, anzi, molti di loro spiegano che Putin ha agito in scia all’atteggiamento dell’Occidente che, disdettando di fatto tutti gli accordi, ha consentito l’allargamento della Nato verso Est, fino ai confini della Russia. Questo fatto ha irritato il nuovo zar del Cremlino che, sentendosi minacciato, si è risolto a muovere i carri armati e l’esercito, aggredendo un territorio sovrano, in passato parte integrante dell’Unione Sovietica.

Sufficiente per giustificare l’attuale massacro e mettere a rischio gli equilibri mondiali? I giustificazionisti affermano che sì, Putin ha più di una ragione politica ed economica per riconquistare l’Ucraina nella propria orbita nel tentativo di ricostituire la “grande Russia” e tenere a distanza lo stesso Occidente. A chi, come noi, viaggia attorno a concetti essenziali, affrancati dai bizantinismi della politica e delle opportunità internazionali, risulta inconcepibile che si commettano simili crimini, qualunque siano i motivi che li sostengono.

Sembra un’ovvietà, ma forse non lo è. Al punto che persino il patriarca di Mosca, Kirill, si è prodotto in un’omelia che, se non esprimesse valutazioni tragiche, sarebbe addirittura comica: “La guerra – ha detto il capo della Chiesa Ortodossa – è giusta perché è contro chi sostiene i gay”. Cose dell’altro mondo: nemmeno una parola per le vittime delle bombe, per le mamme e i bambini che muoiono senza soluzione di continuità, per il dolore che sta provocando il conflitto, per i milioni di profughi, per tutto quello che ci sta passando sotto gli occhi e verso cui ci sentiamo impotenti. Al popolo russo dobbiamo comunque rispetto, ai suoi capi e ai suoi rappresentanti, anche quelli religiosi, riserviamo sentimenti pesanti, facilmente intuibili.

Intanto, a due settimane dall’inizio delle ostilità la domanda più frequente è: quando finirà? Forse sarebbe meglio chiedersi: chi sarà capace di riportare alla ragione Vladimir Putin? La comunità mondiale è in campo per porre fine a una tale ignominia, che non esaurisce i suoi effetti in Ucraina, ma si estende a tutto tondo. Pagheremo anche noi il conto, in termini di sacrifici economici e sui versanti umano ed emozionale. Mai avremmo creduto che nel 2022 si dichiarasse una guerra di conquista. Mai avremmo pensato che saremmo stati obbligati a schierarci, per evitare che la neutralità si trasformasse in disonore. E per quanto ci riguarda, non ci sono dubbi da che parte stare.

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