La Lega fa il punto sull’autonomia e si interroga sul viaggio di Salvini a Mosca

VARESE – Dentro il Salone Estense si parla di autonomia. Fuori, nel cortiletto sotto i portici, l’argimento è invece l’annunciato viaggio di Matteo Salvini a Mosca. «Ma cosa ci andiamo a fare?», è la domanda che rotola in un capannello di leghisti. «Se ci andiamo e ci ricevono poi diventerà dura giustificare la nostra presenza al Governo».

Oggi, nel caldo sabato di fine maggio (giorno 28), la Lega, tutte le anime della Lega (ma non proprio tutti i leghisti di prima fila che le rappresentano), hanno risposto presente all’appuntamento organizzato dal Carroccio cittadino. Un convegno sull’autonomia e sul “A che punto siamo”, così recita il sottotitolo della mattinata dei lavori. A introdurre il tema c’erano il governatore della Lombardia, in odor di riconferma per il secondo mandato, Attilio Fontana; il coordinatore Regionale della Lega Salvini Premier Fabrizio Cecchetti. A moderate i lavori il regista dell’operazione Marco Bordonaro, commissario cittadino. Relatori l’assessore all’Autonomia Stefano Bruno Galli; il professor di diritto costituzionale all’Insubria Giorgio Grasso, il professor di Diritto costituzionale alla Bicocca Federico Furlan e il giornalista di Libero Fabio Rubini.

Più partecipazione, autonomia decisiva per i territori

Un forte e prolungato applauso ha salutato Attilio Fontana quando il governatore si è avvicinato al microfono per il suo intervento di saluto. Fontana non solo ha rimarcato in sala, ma anche nell’intervista video, la necessita di poter “avare” sempre più spazi di autonomia amministrativa nei livelli istituzionali più vicini alla gente, ma anche il fatto che il tema nasce e deve continuare a essere di matrice leghista. E ribadisce il concetto quando, accanto alla filosofia autonomista porta gli esempi del governo a trazione Carroccio della Regione.

Sulla medesima lunghezza d’onda anche la posizione di Cecchetti: «L’autonomia è il faro della nostra politica e la luce verso la quale tendere per il bene dell’Italia e soprattutto della Lombardia».

L’autonomista che non ti aspetti

La Lega, piaccia o non piaccia, è il partito che ha avuto il merito die mettere sui tavoli politici il tema dell’autonomia. Concetto che nella storia leghista è rimasto immutato nella parola, subendo però declinazioni differenti e tra queste non è mancata “l’autonomia al cubo della secessione”. Sogno, o meglio utopia che solletica ancora il cuore di qualcuno, ma che finito da tempo in soffitta.

L’autonomia resta invece una delle frecce della Lega, ma non più solo della Lega. E che il “raggio” di interesse si è ormai allargato, lo ha detto (tra le righe ma non troppo) il sindaco di Varese Davide Galimberti, presente oggi a Palazzo Estense per un saluto: «Insieme ad altri amministratori lombardi nel 2017 ho sostenuto il referendum sull’autonomia. Un tema ancora di grandissima attualità politica. E’ però necessario ripensare all’autonomia in un contesto europeo e nazionale post pandemia mettendo al centro anche i Comuni che in questi anni sono stati sempre più riferimento per risolvere le diverse problematiche: pandemia, accoglienza in testa. Il dibattito dell’autonomia deve essere un dibattito trasversale che non può essere elemento di campagna elettorale alla vigilia di importanti appuntamenti elettorali».