La Scala celebra Verdi, ma i luoghi verdiani sono in stato disastroso

bruni verdi busseto

Giuseppe Verdi non è solo un grande musicista, ma un vero e proprio orgoglio nazionale. Da decenni celebrato è stato scelto per inaugurare il 7 dicembre la stagione lirica della Scala con il suo Macbeth diretto da Riccardo Chailly. Ma non tutto oro è quel che luccica, perché il settimanale Famiglia Cristiana denuncia lo stato disastroso in cui versano i luoghi verdiani.

Chiusa da un anno e mezzo e a rischio crollo. È lo stato in cui si trova la chiesa di San Michele Arcangelo di Roncole Verdi, la frazione di Busseto (Parma) dove Verdi è nato il 10 ottobre 1813. Il terreno di natura argillosa sta lentamente franando e i lavori di consolidamento, ritenuti urgenti e indifferibili già nel 1960, come dimostra la relazione inviata all’epoca dall’ingegnere Anselmo Gambara alla Soprintendenza dell’Emilia Romagna. In un reportage il giornalista Antonio Sanfrancesco fa un ritratto sincero e impietoso della condizione in cui si trovano edifici che dovrebbero essere rispettati e restaurati, meta ogni anno di migliaia di visitatori provenienti da ogni parte del mondo. Nella chiesa di San Michele, ricca di affreschi e dichiarata monumento nazionale nel 1901, il Maestro fu battezzato nel 1813 e dieci anni dopo nominato organista iniziando, di fatto, la sua carriera che lo porterà a diventare il musicista e compositore italiano più celebre di tutti i tempi. L’organo Bossi del 1797 fu restaurato da Verdi a sue spese un anno prima della morte.

Attualmente è chiuso anche il Santuario di Madonna Prati, dove il Maestro, da giovane, si recava tutte le domeniche a piedi per accompagnare il canto dei vespri. Il periodico poi ricostruisce “l’incredibile vicenda burocratica che ha impedito finora di mettere in sicurezza i due monumenti facendo andare su tutte le furie uno dei più grandi direttore d’orchestra italiani, Riccardo Muti, il quale dopo la chiusura della chiesa ha lanciato un appello al ministro dei Beni culturali Dario Franceschini, che ha stanziato 100 mila euro per gli interventi di più urgenti.

‘È un’autentica infamia, una colpa che mostra al mondo intero a che livelli di barbarie sono caduti il senso civico e la cultura italiani’, ha detto in passato Muti.  La vicenda vede in prima fila il parroco di Busseto (Parma), don Luigi Guglielmoni: “Bisogna andare avanti e firmare una convenzione tra Ministero, Comune di Busseto, Soprintendenza di Parma e Diocesi di Fidenza per continuare i lavori di consolidamento e poi andare oltre l’emergenza elaborando un progetto sui luoghi verdiani che coinvolga anche l’Unione Europea”. Per salvare la chiesa di Verdi è stata lanciata una campagna di raccolta fondi. E’ stato presentato un progetto di restauro il cui costo totale, tra consolidamento delle strutture e restauro, è di 1 milione 250mila euro.

bruno verdi busseto

L’attualità del Macbeth

Al momento però la realtà è quella sotto gli occhi di tutti. Forse viviamo in una realtà cosiddetta distopica. La distopìa, o anche anti-utopia, contro-utopia, utopia negativa o cacotopia – si legge su Wikipedia -, è una descrizione o rappresentazione di una realtà immaginaria del futuro, ma prevedibile sulla base di tendenze del presente percepite come altamente negative, in cui viene presagita un’esperienza di vita indesiderabile o spaventosa. Distopia è la parola che fa capire Macbeth, ha detto il maestro Riccardo Chailly, a ‘Che tempo che fa’, al conduttore Fabio Fazio.  “E’ questo, è la parola che fa capire, un 2000 senza un’identità specifica di riferimento”.

Sui legami con il presente dell’opera, Chailly ha detto che “purtroppo sì, spesso non viene sottolineato l’aspetto omicida di Lady Macbeth che, per arrivare alla corona, spinge il marito al pluriomicidio, un fatto gravissimo, tragico, sicuramente molto e purtroppo avvicinabile a molte situazioni che il mondo sta vivendo e credo che l’allestimento, che è piaciuto molto ai giovani, di Davide Livermore, attualizzi molto questo fatto anche nei luoghi e nei tempi del racconto visivo, c’è un avvicinamento temporale abbastanza forte”.   Chailly sottolinea il legame con l’oggi “è straordinario, capire quanto Verdi sia grande ancora una volta, la grandezza di quest’opera contagia tutti dall’emozione. E’ un’opera straordinaria, che rinnova ogni volta il senso della proposta”.

Come si vede ancora una volta Verdi è elogiato da un rappresentante ‘alto’ della cultura, ma la realtà poi è un po’ diversa, ha a che fare con i luoghi verdiani abbandonati e degradati. E’ quindi forse il termine distopia da lui usato può descrivere meglio anche la realtà. O si potrebbe dire più semplicemente contraddizione fra il ricordo di Giuseppe Verdi e il rispetto per il grande artista.

Angela Bruno

bruno verdi busseto – MALPENSA24