La vita di corsa e trionfi di Mauro Miele celebrata nella sua Olgiate Olona

olgiateolona serata rally campione

OLGIATE OLONA – Nato per correre. E vincere. Parcheggiato nella sua Olgiate Olona in attesa di ripartire per un’altra avventura, Mauro Miele si gode i tanti e meritati trofei conquistati nel corso di una carriera straordinaria: l’ultimo vinto un mese fa in Giappone è il titolo di campione del mondo di rally Fia WC2 nella prima edizione della categoria master. Vittoria strappata alla bella età di 66 anni, e alla faccia di anagrafe, pregiudizi e una bacheca già colma di titoli e primati.

A ripercorrerli tutti dal primo all’ultimo – e sono tanti, in 40 anni di una vita tutta di corsa – e a celebrarli come meritano ha pensato ieri sera, giovedì 15 dicembre, l’associazione Amici del Gamba onlus, fiera di avere Miele fra i suoi concittadini (nelle foto). Fuori dall’Area 101 due bolidi facevano da homepage, dentro la sala ruote tute caschi e, sullo schermo, rare immagini d’epoca come di poche settimane fa, accomunate dal rombare dei motori. Mancava solo l’odore dei gas di combustione per sentirsi al box del team Dream One Racing o lungo una pista della savana su cui filare a 170 km all’ora.

L’intramontabile pilota dei primati

Alla serata, cui hanno assistito almeno 200 persone e condotta dalla moglie Rosanna, c’erano tutti gli amici colleghi fan di Miele, dal Moto Club Bustese a quello Cairatese guidato dall’inossidabile Patrizia Colombo, che ne è presidente da 23 anni. E poi tanti volti degli sport motoristici di ieri e di oggi e il compagno dell’ultima guida vincente, il navigatore Luca Beltrame, con il quale Mauro ha condiviso le 7 prove (prima del Giappone quelle di Montecarlo, Svezia, Croazia, Sardegna, Estonia e Catalogna) che gli hanno fatto vincere il campionato.

Un altro primato per il pilota olgiatese, in “pista” dal 1970, che si aggiunge, fra gli altri, al gradino più alto del podio nella prima edizione del supercross indoor Europa 1980 e alla soddisfazione di essere stato il primo italiano a vincere una gara di mondiale motocross in Svizzera.

Dalla moto al rally passando per il Camel Trophy

Non fu invece la prima volta per un italiano (il tricolore era stato issato più in alto già due volte), ma la sua sì, al Camel Trophy disputato con il copilota Vincenzo Tota nel 1987 in Madagascar e concluso con (tanto per cambiare) la vittoria al traguardo dell’ultima tappa. Una corsa selvaggia in tutto e per tutto, magistralmente raccontata allora per il Giornale da Beppe Gualazzini, scomparso proprio quest’anno. «Non riuscivamo mai a comunicare con i nostri a casa – rammenta Miele – mentre quel giornalista ci riusciva non so come, anche se i suoi articoli arrivavano in stampa 3 giorni dopo. Ricordo ancora la festa di 35 anni fa al mio ritorno, all’oratorio di Olgiate, dove raccontai la mia avventura».

Quella vittoria di un’epoca fa con le mitiche Range Rover giallastre lo proiettò alla ribalta mondiale. Lo intervistò anche chi scrive, in un locale notturno di Legnano, rimanendo colpito dalla modestia e dalla pacatezza di uno che avrebbe potuto vantarsi a vita di essere salito sul tetto del mondo di una gara fra le più dure di sempre.

«Tante esperienze nel mio libro dei ricordi»

«Quell’esperienza mi è rimasta nel cuore – ha confidato ieri davanti a una platea entusiasta – fortissima per l’ambiente e per tutto quello che ho visto, a cominciare dalla povertà della gente. Fra i tanti flash: la carovana di fuoristrada e veicoli al seguito transitò per un villaggio e i bambini la seguirono paralizzati con gli occhi sgranati, perché era la prima volta che vedevano delle auto ed erano terrorizzati. E poi il serpente che ci siamo trovati in macchina: sapevamo che non ci sono serpenti velenosi sull’isola, ma lo spavento fu lo stesso. Si dormiva al bivacco, con tutti i disagi e i pericoli che questo comportava (ci fu chi si trovò nella tenda un altro grosso ospite inatteso a 8 zampe, nda). Rimane un bellissimo tassello della mia carriera, che ha spaziato dalle moto alle auto, ma quell’esperienza rimane veramente importante per me».

Dopo il pit stop al buffet, la serata riprende sul filo dei ricordi e degli applausi. Si spegneranno le luci, taceranno gli scarichi di auto e moto che non conoscono l’asfalto. Fino al prossimo giro di chiave nel cruscotto sulla linea di partenza di un’altra gara dell’intramontabile pilota olgiatese.

olgiateolona serata rally campione – MALPENSA24