Cassani-Longhin è scontro in Lega. Il segretario: «Non farò prigionieri»

Le firme della pace... già finita

VARESE – Lo staff del segretario provinciale annunciato sulla stampa prima che agli eletti nel direttivo, le critiche del concorrente al congresso e la chat del Carroccio che esplode con la controreplica di chi è uscito dal Sociale di Busto con in mano le redini del partito nel Varesotto. In sintesi: il derby tra Andrea Cassani e Giuseppe Longhin, che ha caratterizzato le settimane pre congressuali, non è finito e si è fatto aspro. E’ diventato guerra. Con il segretario che nell’ultimo messaggio in chat ha fatto capire che “non farà prigionieri”. Ma andiamo con ordine. In vista del primo direttivo provinciale convocato per domani (sabato 17 dicembre) e che già si preannuncia piuttosto caldo.

La prima mossa di Cassani

Andrea Cassani dopo aver vinto (seppur con un pugno di voti in più) il congresso si è scelto (chiunque l’avrebbe fatto al suo posto) la sua fidata falange di uomini. Funzionali a tradurre in pratica il suo credo politico in vista di competizioni elettorali in cui la Lega si gioca davvero tanto. Longhin, d’altro canto ha fatto le pulci al suo (?) segretario sia sui nomi, sia sui meriti e pure sui metodi adottati per comunicare le scelte. L’elenco dello staff di Cassani, infatti, è stato pubblicato su La Prealpina.

Materazzi vs Montero

Cassani e Longhin non sono certo tipi teneri. Se dovessimo fare riferimento alle rispettive fedi calcistiche, gli ultimi due interventi sono al limite del regolamento. Quello dell’interista Cassani ricorda Marco Materazzi e quello dello juventino Longhin Paolo Montero. Questo in spregio alle promesse di unità e collaborazione sancite al congresso con le firme di entrambi su un unica bandiera (foto in alto).

La reazione di Longhin

Ecco qui sotto il comunicato di Longhin e il messaggio di risposta pubblicato sulle chat di Cassani.

Molti mi hanno chiesto le motivazioni riguardo la mia candidatura a segretario provinciale della LSP e a tutti ho sempre risposto “per la passione che da anni mi pervade e per riportare la politica ad essere Politica, fatta da persone concrete senza troppe parole al vento”. Capirete la mia delusione quando il mio segretario provinciale Andrea Cassani non agisce come avrei agito io e informa la stampa riguardo la composizione della sua squadra e non il direttivo, che è convocato per sabato 19 dicembre. Comprendo che Cassani debba mantenere le promesse fatte in “campagna elettorale” ma che lo faccia con le corrette procedure: coinvolgendo tutti i componenti del direttivo provinciale. Resto basito anche riguardo l’infelice frase “nomine dettate da meritocrazia” dando per scontato che altri non abbiano meriti. Leggendo gli incarichi non comprendo chi abbia questi meriti e la paura che Cassani sia vittima delle sue stesse promesse è tanta. Mi permetto di suggerire a Cassani terminologie diverse come “diamo spazio ai giovani così che facciano esperienza” e coinvolgere chi davvero ha meriti e non mi riferisco al sottoscritto. Ricordo a Cassani di guardare la bandiera firmata insieme durante il congresso in segno di unità del movimento e che metà Lega non è stata da lui coinvolta e probabilmente mai lo sarà. Basterebbe che Cassani rispettasse quanto detto durante il congresso e che smetta di essere l’uomo solo al comando. La faccia, come fa, da sindaco ma gestisca il movimento da leader. Per il bene del movimento e non solo per interessi personali adesso serve condivisione altrimenti potevamo lasciare il movimento in mano a Stefano Gualandris come commissario. Serve unità.

Il messaggio di Cassani