Lecito il licenziamento dei lavoratori che hanno paralizzato la logistica Unes

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MILANO Manifestare il proprio dissenso rispetto alle decisioni aziendali e organizzare presidi è un diritto di tutti i lavoratori, i quali però rischiano il licenziamento se “vanno oltre”. A dirlo è il Tribunale del Lavoro di Milano, che ha decretato legittimi i licenziamenti di circa 40 lavoratori che hanno bloccato mezzi e merci dei magazzini logistici Unes gestiti dal LDG cooperative, a Truccazzano, Vimodrone e Pozzuolo Martesana, in provincia di Milano, nei periodi compresi tra il 19 agosto e l’11 novembre 2021.

La decisione è stata depositata dal giudice Franco Caroleo, che ha inoltre ritenuto il Sindacato Interregionale Cobas responsabile delle azioni dei lavoratori. In tribunale si è arrivati per volere della società cooperativa LDG, rappresentata dagli avvocati Marco Lanzani, Filippo Bodo e Pietro Ichino, unitamente ad Assologistica e Federdistribuzione. La richiesta al giudice era di accertare l’illecito comportamento dei lavoratori, oltre che “la sussistenza della giusta causa o il giustificato motivo dei licenziamenti” operati dai gestori delle piattaforme logistiche. Non solo, gli attori in campo hanno chiesto al giudice di pronunciarsi circa il legittimo comportamento della società “nei confronti del Sindacato SICobas, sul piano civile, penale e strettamente sindacale”.

La vicenda e i blocchi alla logistica

I fatti risalgono ai periodi compresi tra il 19 agosto e il 14 settembre e tra 15 ottobre all’11 novembre 2021, quando decine di manifestanti bloccarono autocarri e merci destinati alla grande distribuzione, anche circondandoli e prendendoli a calci per convincere gli autisti a non entrare o uscire dalle piattaforme logistiche. Durante uno dei blocchi, si legge nelle carte del Tribunale, i manifestanti hanno impedito “lo scarico e carico della merce anche al di fuori del perimetro della piattaforma, rendendo necessario l’intervento della forza pubblica”.

Sempre per bloccare l’accesso dei tir alle piattaforme, hanno anche ostruito la carreggiata con reti e nastri da cantiere, impedendo la circolazione nelle strade adiacenti il magazzino. La sigla SiCobas ha sempre negato di avere responsabilità nella vicenda, affermando di aver dato disposizioni ai lavoratori affinché fosse organizzato un “picchettaggio persuasivo”, senza bloccare mezzi o persone. Le testimonianze e i video raccolti dalla Questura di Milano hanno però smentito la versione del sindacato. Secondo il giudice la condotta dei lavoratori “deve essere attribuita al Sindacato, in considerazione della partecipazione ai blocchi da parte di suoi iscritti e del significativo contributo (organizzativo e decisionale) apportato dai suoi rappresentanti”.

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