M24 TV – Macchi (Siulp): «Troppe aggressioni e poche tutele per gli agenti»

paolo macchi siulp

LONATE POZZOLO – Nel 2020 sono state 2.687 le aggressioni subite dalle forze dell’ordine in servizio. Ovvero più di 7 al giorno e una ogni 3 ore e mezzo. Dati, quelli forniti dall’Osservatorio Asaps, impressionanti. Se accostati a due dei più grandi problemi con i quali agenti e uomini dell’Arma devono fare i conti quotidianamente: ovvero carenza di personale e pochi mezzi a loro disposizione.

A tracciare un quadro, non solo provinciale, su quella che può essere considerata una spia accesa sul degrado sociale generalizzato è Paolo Macchi, segretario provinciale del Siulp, il più importante sindacato di polizia e ispettore con ruolo operativo alla polizia Stradale di Olgiate Olona e Busto Arsizio, ospite nella puntata di approfondimento di Malpensa 24 TV.

Non è solo colpa del Covid

I numeri delle aggressioni alle forze dell’ordine segnano un trend in crescita da qualche anno a questa parte. «Non è diretta conseguenza della mutata situazione sociale imposta dal Covid – ha spiegato Macchi – anche se l’anno e mezzo di pandemia che tutti abbiamo vissuto non ha certo aiutato a ridurre i numeri di questi episodi». E vero però che il Covid ha imposto un cambio dell’attività di controllo e per Macchi questo ha «purtroppo contribuito ad aumentare la distanza tra forze dell’ordine e cittadini. Mi spiego meglio: purtroppo il controllo di polizia è visto come “invasivo” da una fetta della popolazione, ma non è così». C’è però l’altro lato della medaglia, quello positivo: «Credo, infatti, che se oggi il virus sta arretrando è anche merito delle forze dell’ordine che hanno lavorato per garantire il rispetto delle regole imposte dal governo centrale».

Pochi uomini e strumenti

A volte sono i controlli più banali che nascondo le insidie più pericolose e non preventivate. E il problema è forse più sentito sulle realtà medio piccole come quelle della provincia di Varese. E il perché lo spiega proprio Macchi: «E’ difficile mettere sul territorio un numero di agenti e pattuglie per coprire il servizio. Questo perché la maggior parte delle risorse vengono destinate alle grande città. E in tal modo è come creare una situazione di scontro tra noi, operatori della sicurezza e i cittadini. Ridurre gli agenti significa ridurre anche la serenità necessaria quando si opera in situazioni di questo tipo».

Ma è anche una questione di mezzi: «Purtroppo abbiamo a nostra disposizione un unico strumento. Servirebbe invece aumentare la strumentazione, penso il taser. Faccio un esempio: i vigili del fuoco quando escono su un intervento hanno a loro disposizioni diversi tipi di strumentazione a seconda della situazioni sulla quale intervengono».

Poche tutele di legge

I numeri parlando del 40,3% di aggressioni da stranieri, del 30% a opera di ubriachi e del 15,3% di attacchi portati con armi proprie o improprie. Numeri che lasciano intuire quando è complicato per gli agenti intervenire. Tenendo in considerazione, e lo stesso Macchi lo sottolinea, che spesso gli operatori scelgono di non difendersi per evitare di incappare in conseguenze giuridiche.

L’intervista integrale