Martignoni (FdI) lancia la sfida del 2023: «Pronto a candidarmi. Ma decide il partito»

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GALLARATE – La capacità di sapersi rinnovare per rimanere sulla cresta dell’onda. E’questo il segreto di Giuseppe De Bernardi Martignoni, da oltre vent’anni il riferimento della destra gallaratese. Con l’elezione a presidente del consiglio comunale e la guida di Fratelli d’Italia lasciata a Stefano Romano dopo 7 anni nel ruolo di coordinatore, l’anno che si è appena concluso lo ha visto cambiare pelle per l’ennesima volta.

Martignoni, il suo personale bilancio del 2021? 
Per Fratelli d’Italia a Gallarate è stato un anno molto positivo. Abbiamo raggiunto la doppia cifra percentuale, una delle più alte in provincia, abbiamo una presenza forte in consiglio comunale con tre nostri rappresentanti eletti e soprattutto, insieme alla coalizione, abbiamo vinto in modo chiaro e lineare le Amministrative dello scorso ottobre. Senza scendere a compromessi.

Parliamo del suo anno appena trascorso.
Dopo il sindaco di Busto, la carica che ho l’onore di ricoprire è in Fratelli d’Italia la seconda per importanza in tutta la provincia di Varese. Credo che non ci sia mai stato prima d’ora un presidente del consiglio comunale di Fratelli d’Italia sul nostro territorio. Questo naturalmente mi gratifica perché premia il lavoro svolto in tanti anni di attività politica. Ringrazio i cittadini che lo hanno compreso.

Questo nuovo ruolo sotto i riflettori la mette in luce in vista degli appuntamenti elettorali del 2023? Per essere ancora più chiari, ambisce a diventare parlamentare o consigliere regionale?
Ha fatto bene a sottolineare il 2023, perché anche io sono convinto che non si andrà a elezioni anticipate. Detto ciò, come sempre sono a disposizione del mio partito, mettendo sul piatto la competenza acquisita nel mio lungo percorso politico, da consigliere ad assessore provinciale, da consigliere comunale a presidente del consiglio comunale.

Ma questo non inficerebbe la sua attuale attività politica a Gallarate?
No. A differenza dei sindaci, che invece se dovessero candidarsi dovrebbero lasciare incompiuto il lavoro da portare a termine nei cinque anni di mandato.

Sta forse parlando del sindaco di Busto Emanuele Antonelli che, a quanto si vocifera, non disdegnerebbe un ruolo da senatore? 
Non parlo di altri. Ribadisco: sono a disposizione del partito dovessero emergere proposte in vista del 2023.

Torniamo a Gallarate. Come giudica la recente apertura al dialogo con le minoranze del sindaco Andrea Cassani?
E’ un’apertura fatta in modo molto chiara che mi sento di condividere.

Perché?
Stiamo vivendo momenti ancora unici e tragici. E’ un periodo particolare in cui tutti dobbiamo sforzarci affinché il pragmatismo prevalga sulle beghe di partito. Ci sono progetti da chiudere sulla città di Gallarate in cui serve il contributo di tutti. Mi riferisco in particolare al nuovo ospedale unico e ai progetti legati alla rigenerazione urbana.

Lei in che modo farà la sua parte?
E’ necessario collaborare per trovare punti programmatici comuni per il bene di Gallarate. E siccome il dialogo è lo strumento più efficace per giungere all’obiettivo, sarà tra i miei primi compiti del 2022 la costituzione della Commissione Sanità per discutere sul nuovo ospedale e la ricostituzione della Commissione Malpensa. L’aeroporto è un asset importante per la nostra città, a partire dai posti di lavoro che genera su tutto il territorio.

I gallaratesi che lavorano a Malpensa sono 1.678 (senza contare l’indotto)

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