Mes: attesa dell’elogio e governo immaturo

lodi mes meloni
Giorgia Meloni e Giancarlo Giorgetti

di Massimo Lodi

C’è una traccia dell’esame scritto d’italiano alla Maturità che, letta al contrario, sembra scelta dal governo per svolgerla. La traccia, autore Marco Belpoliti, è sintetizzabile come “elogio dell’attesa”. Si riferisce al mondo di whatsapp e dintorni: i social t’impongono d’essere reattivo, easy e speedy, velocemente rispondendo alla tua gratificata aspettativa. Letta al contrario, suona così: “attesa dell’elogio”. Un concetto intignato nella filosofia del centrodestra al potere. Ovvero: dico e faccio cose che solletichino il favore popolare. Se posso, ricerco un concreto vantaggio generale, sia dal dire sia dal fare. Se non posso, pazienza. Intanto avanti così, sperando che la situazione cambi di suo, la forza economica e sociale del progresso emargini la debolezza della politica, lo Stellone insista nell’aiuto a un Paese in endemico bisogno di soccorso.

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Massimo Lodi

L’ultimo esempio dello svolgimento di tale traccia (“attesa dell’elogio”), cioè della captatio benevolentiae di rito demagogico, lo offre l’obliquo titubare sull’accettazione del Mes, meccanismo europeo di stabilità conosciuto come fondo salva Stati. La coppia Meloni-Salvini, a caccia degli ultimi scampoli di sovranismo, non lascia passar giorno senza timbrarlo come demone da aborrire. Guai a isso: del turpe Mes non vogliamo sentir parlare. Poi il ministero dell’Economia afferma in una nota che varrebbe/vale la pena, anzi sembrerebbe/sembra doveroso, seguire l’esempio del mondo Ue: approvarlo. Perché conviene: ci protegge nel caso d’emergenza finanziaria, tutela i nostri Btp, abbassa lo spread eccetera. Di qui imbarazzo, contorsioni, polemiche a Chigi e nei paraggi di Chigi. La fiera della vacuità dialettico-muscolare.

Al Mes si sarebbe potuto aderire fin dall’epoca dell’esecutivo Draghi, ma Cinquestelle e Lega -sostenitori di quel premier- rifiutarono. Motivi ideologici, non pratici. Fratelli d’Italia, allora sui banchi della minoranza parlamentare, convenne (te pareva) sul niet. Ora emerge l’incongruità d’una simile opzione. E l’urgenza di porvi rimedio. Escamotage istituzionali permetteranno di tirare in lungo per alcuni giorni, ma infine ci si dovrà piegare al realismo, con possibile pagamento d’un danno politico tra alleati (Forza Italia, Lega, FdI) che una diversa gestione del problema avrebbe evitato. Non sempre “l’attesa dell’elogio” è premiante anche nella narrazione populista più disposta all’acritica laudatio: le sgrammaticature istituzionali in tema d’un Trattato intergovernativo (qual è il Mes) sono da errore blu. Da maturità intesa all’inverso. Da bocciatura sul senso dello Stato, la materia che comprende tutte le altre.

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