Neutalia, avanti il piano 2047. Il fronte del “No” non ci sta: flash mob e contestazione

BUSTO ARSIZIO – Doveva essere duello a distanza, ma alla fine ai Molini Marzoli c’è stato il “contatto” – chiaramente nei limiti della civiltà e della durezza solo verbale – con una parte dei manifestanti del fronte del “No” all’inceneritore che ha pacificamente “invaso” la sala Tramogge dove stava per concludersi l’incontro conclusivo del percorso di coinvolgimento degli stakeholder sul nuovo piano industriale di Neutalia che ha come orizzonte il 2047. Momenti di tensione in cui sono comparsi striscioni ed è volata qualche parola di contestazione, con il sindaco di Busto Arsizio Emanuele Antonelli che ha risposto a tono invitando i manifestanti ad andarsene via.

Il fuori programma

Un fuori programma inatteso, dopo che il flash mob organizzato dal comitato “No Inceneritore” e dalle associazioni ambientaliste era stato previsto di fronte al Comune di Busto Arsizio. In sala Tramogge, di fronte ad una trentina di persone, è stato presentato il “Documento di restituzione” del percorso di partecipazione del territorio, che ha portato all’inserimento nel piano industriale di Neutalia di alcuni degli spunti e dei suggerimenti emersi dalle 65 domande raccolte negli incontri con 28 stakeholder e nei due incontri “multistakeholder” di Busto Arsizio e Legnano. Ora il piano si prepara al «secondo step», come sottolineato dall’amministratore unico di Agesp Spa Francesco Iadonisi, «l’approvazione nei consigli comunali».

Piano «da paura»

Un piano che «fa paura – rivela il sindaco Antonelli – almeno per noi di Busto», per la portata economica, 100 milioni di euro di investimenti. «Come è stata dura arrivare a questo punto – ammette Antonelli – abbiamo lottato tanto. Ma ora siamo tranquilli perché al nostro fianco c’è Cap Holding». Socio forte della triade con Agesp e Amga che ha costituito Neutalia». Il sindaco di Legnano Lorenzo Radice svela di aver «anche rotto le scatole all’inizio» dell’operazione che ha portato da Accam a Neutalia, «non perché il piano non fosse impostato bene, ma perché serviva un salto di visione e di coraggio. Che ora c’è». E il presidente di Neutalia Michele Falcone rimarca la complessità della sfida: «Abbiamo preso un impianto in evidente difficoltà, abbiamo investito. Ci deridevano dicendo che era solo un’operazione di salvataggio».

La partecipazione

Prima dell’irruzione dei manifestanti in sala, il tema della partecipazione – rivendicato da Neutalia – era stato toccato dai due sindaci. «Io ho criticato gli incontri con gli stakeholder, pensavo fosse tempo perso – chiarisce Antonelli – ma hanno avuto ragione loro quando si sono rivolti alle persone serie». E Radice è ancora più netto: «La comunicazione si fa sempre in due, noi dialoghiamo con chi ha voglia di ascoltare. Ma chiediamo che anche i cittadini ascoltino e provino a capire. Sono materie complesse su cui è facile fare scivoloni grossolani».

Duello a distanza. Fino ad un certo punto

Con i comitati del “No” è stato duello a distanza. Il flash mob promosso dal comitato “No Inceneritore” infatti si è tenuto davanti a Palazzo Gilardoni, in via Fratelli d’Italia: i manifestanti, quasi un centinaio (vinta la “battaglia” delle presenze rispetto alla sala Tramogge), hanno esposto gli striscioni storici – “Ne abbiamo pieni i polmoni“, “No inceneritore Accam” e “Prima la salute” – e hanno “abbracciato” il Comune in segno di protesta «contro il piano industriale che condannerebbe Borsano a convivere con l’impianto ex Accam ancora per 25 anni». Poi, mentre il comitato “No Inceneritore” ha chiuso la manifestazione in Comune, una parte dei partecipanti al flash mob, capeggiati da quelli del comitato No Elcon, si è spostata ai Molini di Marzoli, dove la riunione era ormai giunta alla conclusione. «Ma come, arriviamo noi e voi chiudete?»: la domanda ad alta voce di un militante di Assemblea Popolare No Elcon che suscita la reazione irritata del sindaco Emanuele Antonelli. «Dovevate arrivare in orario». E da lì parte la contestazione: compare lo striscione “No Inceneritore Accam”, qualche urlo “Vergogna” e gli animi si surriscaldano, con il sindaco Antonelli che non le manda a dire e battibecca con una signora che gli chiede «i dati che certificano la salute». Poi si chiude il sipario. Ma non finirà qui.

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