BUSTO ARSIZIO – «La nostra proposta era di realizzarlo all’interno del sedime di quello attuale. Prendiamo atto che Regione Lombardia ha fatto una scelta diversa. Ma il nuovo ospedale serve. Non possiamo dire di no solo perché l’area non ci sembra adeguata». Parola di Paolo Pedotti, segretario cittadino del Partito Democratico di Busto Arsizio, che esce allo scoperto su un tema ancora oggetto di controversie e di molta diffidenza nell’opinione pubblica.
Il PD di Busto schierato per il Sì
«Si è deciso di saltare il dibattito pubblico, che per noi sarebbe stato un momento partecipativo utile – sottolinea Pedotti – ma al netto dei rilievi sull’area, e del fatto che che non è stata adeguatamente valutata un’alternativa, riteniamo l’intervento auspicabile». Insomma, il PD di Busto si schiera per il “Sì”. Prendendo così, inevitabilmente, le distanze dalla posizione critica dei “cugini” Dem di Gallarate, che invece hanno fatto campagna elettorale alle ultime amministrative proprio sulla contrarietà al nuovo polo ospedaliero unico a cavallo tra le due città. «La loro posizione è legata all’impatto del progetto – minimizza Pedotti – forse dovremmo essere più critici perché abbiamo un’area più grande da riutilizzare. Ma crediamo che ci sia l’esigenza arrivare ad un modello che conservi un presidio di sanità pubblica».
«Non possiamo dire di no»
Insomma, meglio un nuovo ospedale su un’area non ideale piuttosto che rimanere ai “vecchi” nosocomi. «Avevamo proposto già nel 2018 di fare il nuovo nel sedime di quello attuale – fa notare Paolo Pedotti, richiamando una posizione presa dal PD sin dai tempi delle ultime elezioni regionali – prendiamo atto che la maggioranza regionale ha scelto di mantenere quest’area (Beata Giuliana, ndr), però l’ospedale nuovo è necessario, non possiamo dire di no perché non c’è l’area. E saremo attenti sul recupero dell’attuale ospedale, ma su questo punto più che la Regione è l’amministrazione Antonelli che dovrà darci delle risposte».
«Un nuovo ospedale serve»
Per i Dem di Busto infatti «c’è l’esigenza di investimenti infrastrutturali e sul personale, e di spazi rimodernati e resi funzionali alla medicina del nuovo millennio. L’attuale ospedale ha un modello di riferimento datato, mentre quello richiamato per il nuovo ospedale riprende i principi del piano Veronesi del 2001: spazi multifunzionali, flessibili, in grado di assicurare standard migliori e probabilmente anche di attrarre personale. Sicuramente sotto questo profilo è un progetto interessante. Da un lato i rendering mostrano una consapevolezza maggiore sui temi del verde e dell’impatto ambientale, dall’altro la separazione degli Accordi di Programma, uno per il nuovo e due per i sedimi attuali, è un elemento positivo che consente di far andare in maniera spedita la nuova struttura, non vincolandola alle aree degli attuali ospedali».
«Riconvocare il tavolo sanità»
Ed è proprio per questo, considerando anche che a Gallarate la discussione sulla riconversione dell’attuale ospedale è già entrata nel vivo, che Pedotti chiede fin da subito di «riconvocare il tavolo sanità, che da mesi ormai è fermo. Un vulnus da coprire, perché è vero che c’è il PNRR e ci sono molti atri progetti, ma l’Accordo di Programma sull’attuale ospedale di Busto va chiuso in tempi stretti e la maggioranza aveva parlato di un approccio condiviso». Soprattutto perché c’è un’area da «100mila metri quadrati da risanare, per evitare il rischio che finisca come il vecchio ospedale di Legnano». Ma il PD di Busto chiede risposte anche «sulla gestione dell’esistente nella fase di transizione verso il nuovo» e sulla viabilità dell’area di Beata Giuliana, su cui occorre «aprire il confronto». Anche per smorzare la diffidenza che circola nell’opinione pubblica, soprattutto sui social: «Bisogna informare e comunicare per evitare reazioni avverse» l’appello di Pedotti.